C’era una volta il Milan brasileiro. Quello che sulle note di “Mas que nada” dei Black Eyed Peace affermava la sua identità di gioco, alla samba, ai tocchetti sopraffini, ai tunnel, alle veroniche e alla magie che il calcio carioca ha sempre saputo regalare nella sua storia (soprattutto rossonera). Il Milan dei Ka-Pa-Ro tanto per intenderci, passando per gli irriducibili Dida, Cafù e Serginho oltre a Rivaldo e Thiago Silva e (ahimè) è giunta l’ora anche per i vari Robinho e Pato di lasciare l’ormai ex colonia brasiliana.
Finisce un’era. Si decide di tagliare drasticamente con il passato. Passato che ci ha regalato momenti gioiosi, trofei e anche tanto e puro divertimento. Non solo nel gioco espresso, ma anche nei sorrisi, nelle emozioni, nei festeggiamenti dopo un gol. Con loro era naturale condividere questi attimi, lasciarsi trasportare dalla spontaneità e dal loro modo di fare, così esuberante ma allo stesso tempo confortevole.
Non potremmo allora che guardare al passato con felicità e con quel pizzico di “saudade” che tanto caratterizzava questi straordinari campioni, i quali hanno voluto nella propria carriera rendere partecipi tutti i tifosi rossoneri per quelle che sono le tradizioni di un paese festoso come il Brasile. Non sapremo se ritorneranno o se ci saranno gli eredi, ma di certo portano via con sè un pezzo di storia che rimarrà indelebile e scolpito nelle pagine dell’ultracentenario club rossonero.