Yepes, ancora lui. L’uomo delle due aree di rigore

Spesso ci si innamora di quelli non bellissimi, nemmeno troppo corteggiati, ma sempre presenti, attenti, pronti a sacrificarsi. Mario Yepes non è Thiago Silva, nè Sandro Nesta. Non smuoverà le piazze, non metterà carne al fuoco dei giornalisti, ma uno striscione, forse piccolo, forse solo nel terzo anello della Curva Sud, siamo certi che sarà sempre suo.

In quel posto lì, in mezzo alla difesa, frutto di un’eredità molto scomoda e troppo impegnativa, ha messo un’ipoteca grande quanto una montagna. Nessuno più ironizza al suo nome, nessuno più si meraviglia se figura spesso nell’undici titolare. Ormai è un quasi intoccabile, uno che non puoi lasciare fuori, perché ne sentiresti la mancanza.

Anche ieri, contro la Reggina, è andato vicino al gol più di una volta, per poi realizzarlo davvero, con un gran colpo di testa , portando il Milan in vantaggio. E’ uomo di due aree di rigore. E’ uno la cui presenza oggi vale quasi quanto quella di El Shaarawy. In difesa uno, in attacco l’altro. Dietro la maglia non porta il numero 33, ma nel petto porta un cuore grande così. Ed è tutto, tutto quanto, rossonero. 

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