E’ la vigilia di Milan-Juventus. Ed è anche la prima volta che Riccardo Montolivo affronta la squadra di Antonio Conte con la casacca rossonera. Per il centrocampista ex Viola è un momento felice, soprattutto dopo aver incassato la fiducia di Silvio Berlusconi che la scorsa settimana ha parlato di lui come “un ragazzo perbene”, in grado di diventare “il leader del futuro”.
Da quelle frasi scaturisce l’intervista rilasciata da Montolivo alla Gazzetta dello Sport: “Le parole di Berlusconi mi hanno responsabilizzato”. Da qui una serie di considerazioni sul momento del Milan: “Toccare il fondo ci è servito. Abbiamo superato le difficoltà tutti insieme, ed è in situazioni come questa che il gruppo esce rafforzato. Il vuoto lasciato dai senatori? Me lo facevano sentire da fuori, più che da dentro. I ragazzi mi hanno accolto in maniera molto affettuosa. Certo, quando se ne vanno personalità del genere il vuoto si sente. Ma va riempito, io mi sono messo a disposizione, dell’allenatore e della squadra. Credo che un leader debba fare questo e dare l’esempio, più che comandare”.
Quindi i discorsi sulla posizione e sui cambi di modulo: “Il mio posto ideale è fra i due mediani, accanto a uno con caratteristiche diverse dalle mie. Ma sono sempre stato duttile”. Poi un paragone con Andrea Pirlo: “Sono diverso, lui è più regista, io cerco anche di essere incontrista. Andrea è inarrivabile per quello che ha fatto al Milan, quindi non mi pongo il problema dei confronti”.
Domani sera a San Siro arriverà proprio la Juve, lontana 17 punti, ma Monto non si spaventa: “Tra noi e loro c’è una bella differenza: hanno più qualità, sono più squadra. Ma noi abbiamo le armi per fare male”. E ancora: “Fare un buon risultato significherebbe dare un segnale soprattutto a noi stessi. La qualità c’è. Serve più fiducia, autostima. Oltre ovviamente a un rendimento migliore da parte di tutti. Un uomo che toglierei alla Juve? Buffon. L’uomo partita del Milan? Può esserlo Boateng. Mi aspetto uno stadio pieno, indiavolato. E dobbiamo fare i diavoli anche noi, non lasciarli giocare, difendere lontano dalla porta, aggredire”.
Infine qualche parola sui singoli: da Stephan El Shaarawy (“Ha velocità, abilità nel tagliare il campo. E calcia forte e preciso”) ad Alexandre Pato (“E’ in una situazione particolare. Ci vuole pazienza con lui, ma vale la pena di aspettarlo. E’ un giocatore pazzesco, non mi sono mai allenato con uno così forte. Mi spiacerebbe se se ne andasse”). A chiosa alcune aneddoti su Massimiliano Allegri: “Abbiamo un rapporto ottimo. Mi ha aiutato all’inizio quando le cose non andavano benissimo, mi parla spesso”. E sul suo carattere in campo, poco loquace: “Eccoci alla critica classica. Sono un po’ distaccato, ma questo non vuol dire nulla. Non sono uno che sbraita, ma in campo corro. Sono un generoso, anche in allenamento”.