Numero 10 vecchia maniera. Pochi gol, tanti assist e un tasso tecnico altissimo. Indimenticato e indimenticabile Manuel Rui Costa oggi è il direttore sportivo del Benfica, il suo primo amore, ma l’affetto e la gratitudine verso i colori rossoneri restano indelebili come le sue giocate sopraffine. “Ringrazio i rossoneri per tutto quello che mi hanno fatto vincere” esordisce così, a SportItalia, il portoghese che ha fatto le fortune del primo Milan ancelottiano.
Quella in cui militò era una squadra molto diversa, con ambizioni e disponibilità economica decisamente superiori rispetto al presente. Per lui il presidente Berlusconi andò a spendere la bellezza di 85 miliardi di lire: “La cifra del mio trasferimento non l’ho fissata io ma il mercato” commenta l’ex milanista.
Delicato ed elegante, non solo con il pallone, ma anche a parole: “Il Milan ha finito un ciclo dove ha vinto tutto ed è normale che alla fine di un ciclo ci sia bisogno di un po’ di tempo per riaprirne un altro. Il Milan ha avuto una serie di giocatori che oggi non ci sono più. Chiamarsi Milan e non vincere fa specie. Quelli che erano i senatori magari potessero giocare per sempre però non è possibile, sono arrivati ad un’età che non gli permetteva più di stare in quella squadra. Le cessioni? Solo chi sta dentro al Milan può sapere i veri motivi di quelle cessioni. Fa parte del calcio di oggi”. O “Maestro”.