Sereno ma ancora non al meglio fisicamente, questo è l’Alessandro Nesta che a SportMediaset racconta i suoi primi mesi al Montreal Impact: “Mi sono ambientato alla grande, sono contento della scelta e anche la mia famiglia è felice. La società è una bella e solida realtà, ma una grande mano me l’hanno data i compagni italiani Di Vaio, Ferrari e Rivas. Così come il club che pensa e vive come fosse in Italia. Devo ancora prendere le misure al campionato americano e al loro modo di giocare, non lo nascondo, anche se come ambientamento sto alla grande”.Un calcio veloce e combattuto, che Sandro deve ancora interpretare: “La MLS ha un livello abbastanza alto dal punto di vista fisico, i giocatori sono delle bestie e corrono tantissimo. Arrivando dal mare, poco dopo la firma, mi sono trovato catapultato in campo senza una vera preparazione: ho faticato ma ora mi sento meglio. Qui tatticamente sono ancora un po’ indietro, ma insieme alle giovanili credo che nel giro di pochi anni possano crescere molto”.
Quello che lo ha più sorpreso è però la tranquillità che accompagna e segue gli impegni della domenica: “C’è tutto un altro clima rispetto all’Italia – spiega Nesta –, allo stadio ci vanno le famiglie, mangiano lì e dopo 5 minuti dal fischio finale è già tutto dimenticato. Non ci sono tv che seguono il calcio durante la settimane e lo spazio dedicato dai giornali è poco. Ma il modo con cui veniva vissuto il calcio in Italia a me piaceva, certo c’era un po’ troppa pressione che non invidio. Una via di mezzo sarebbe l’ideale”.
La Serie A rimane un ricordo: “Le partite le guardo poco perché le trasmettono raramente. Lazio-Milan? A quell’ora sarò impegnato a Toronto e non potrò vederla, ma non mi sbilancio sui pronostici, sbaglierei in ogni caso. Campionato italiano senza più bandiere? Ci sono delle annate speciali che portano a vincere tutto, come successo a quelli classe ’74, ’75, ’76 come me. La Spagna e la Germania, invece, ne stanno beneficiano adesso. Sono sicuro che il futuro dell’Italia sarà roseo, basta prendere l’Under 21 ed osservare tanti talenti”.
Sulla reazione del nuovo spogliatoio al suo arrivo e sul futuro: “C’era grande curiosità perché tutti erano grandi appassionati del calcio europeo – ammette l’ex numero 13 rossonero –, sono dei ragazzi fantastici. Io poi ci metto poco a fare amicizia perché sono un tipo tranquillo, non un marziano. Spinelli mi vuole al Livorno? Assolutamente no, ho già prenotato le vacanze a Miami. Credo che sia stata solo una battuta. Tornare in Italia? Certo, tra qualche ci proverò come allenatore. Ci spero”.