Gira a vuoto la Primavera, gira a vuoto il suo portiere. Nella sonora sconfitta di ieri contro l’Atalanta non è esente da colpe Gabriel, l’estremo difensore classe ’92 aggregato al gruppo della prima squadra in qualità di terzo portiere, che per la terza volta consecutiva ha difeso, nel caso provato a difendere, i pali dei più giovani.
Ariedo Braida, proprio ai microfoni di SpazioMilan, qualche settimana fa, ne aveva esaltato il talento sottolineando però come per lui fosse importante crescere e fare esperienza prima di poter affacciarsi alla nostra Serie A. La prestazione poco brillante di ieri è la riprova che il brasiliano ha ancora molto da lavorare per guadagnarsi una chance tra gli uomini di Allegri. Per la verità a Zingonia non ci sono stati errori troppo evidenti, ma tante, troppe incertezze hanno contribuito a creare scompiglio nella retroguardia rossonera.
Andando più nel dettaglio possiamo attribuire al carioca, e alla sua superficialità con il pallone tra i piedi, qualche colpa per il primo gol, nato proprio da un disimpegno poco ragionato. E ancora, qualche minuto più tardi è arrivata una parata al cardiopalma (e un po’ fortunosa) su un tiro che non sembrava dover destare grandi preoccupazioni (pallone che quasi si infila sotto le sue gambe e pasticcio evitato all’ultimo). Sulle restanti reti bergamasche poco o nulla può fare, ma i rilanci e i semplici passaggi ai suoi difensori sono tutti da rivedere. Niente pressioni eccessive, per ora il ragazzo rimane da Primavera e non da prima squadra. A vent’anni è concesso.