Candidarsi o non candidarsi? Palazzo Chigi o Arcore? Politico o imprenditore? Mediaset o Milan? Tutto può darsi quando parliamo di lui.
Silvio Berlusconi ci ha abituato a quelli che in Francia chiamano “coup de théâtre”, veri e propri conigli che escono fuori dal cilindro nel momento in cui il pubblico magari si è un po’ assopito. Come il più abile dei prestigiatori, il Cavaliere si rinnova sempre. Soprattutto nella comunicazione, disciplina in cui resta medaglia d’oro emerita. Ecco allora che dopo settimane di rumors, indiscrezioni e ricerche degne da “Chi l’ha visto?”, l’ex premier ieri mattina si è collegato telefonicamente con Canale 5 per annunciare il suo passo indietro: “Non mi ricandiderò premier”. Una frase attesa da tanto tempo, soprattutto dagli oppositori. Una dichiarazione che ha scaldato il cuore a molti “amici” di Sua Emittenza, scalpitanti pur di poter scalare ora qualche posizione all’interno di un partito, il Pdl, che presto non esisterà più.
Berlusconi, secondo i più, avrebbe deciso di rimanere ai margini, magari assistendo a qualche colpo di fine legislatura (vedi gli emendamenti sul Disegno di Legge anticorruzione). Le cosiddette norme “salva-Ruby”, se mai andassero in porto, potrebbero essere le ultime sprangate per spalancare al fondatore del Pdl la porta alla pensione da politico. Con tutte le “garanzie” (Mario Monti ancora premier) per ritirarsi dalle occupazioni per la “Cosa Pubblica”.
E qui si apre lo scenario. Come sarebbe la nuova vita di Silvio Berlusconi? I due figli Marina e Pier Silvio sono i custodi dell’impero Mediaset-Mondadori. E in questi anni non hanno certo impensierito il padre per gestioni avventate. A quel punto il vero e proprio “coup de théâtre” potrebbe riservarlo ai tifosi milanisti. Non si tratterebbe di un “colpo” nel senso di “top-player”. Il Cavaliere, stando a chi lo conosce bene, ha ancora il sogno di estendere di fare del Milan una vera e propria società polisportiva, come avvenne nei primi Anni Novanta con il potenziamento delle attività sul fronte del baseball, rugby, hockey e pallavolo. Niente paura, però: il calcio resterebbe il core-business di quel Milan, forse l’ultimo che Berlusconi vorrà e potrà costruire dalle fondamenta. Tutto fa pensare ad un modello “Cantera”. Insomma, una culla di leader. Che poi è un po’ quello che il Cav avrebbe voluto fare prima o poi a livello politico, prima che la culla si spezzasse in partenza.
Cantera, polisportiva, giovani. Tutto fa rima con Barcellona. E da qui il sinonimo è Pep Guardiola. In attesa che il catalano si spieghi meglio sul suo futuro e in attesa che il centrodestra abbia il suo nuovo leader, in via Turati si pensa a costruire la culla. Per il resto ci penserà Lady B, quella Barbara “pupilla” di papà Silvio che da giovane diligente diventerà presto esperta dirigente. E occhio a Luigino…