Poche idee ed inefficaci soluzioni offensive, il derby numero 157 perso dal Milan, in parte, si spiega così. 180 secondi e l’Inter è in vantaggio senza fare nulla, semplicemente aspettando il solito errore dei rossoneri su calcio piazzato. La colpa è (non solo) di Abbiati, fuori tempo nell’uscita sulla punizione di Cambiasso, troppo statico mentre il pallone scorre nell’area scavalcandolo. E Samuel ringrazia (con De Sciglio che se lo perde). Ma il Milan ha attaccato e controllato, anche per forza di cose dopo l’avvio shock, fin dall’inizio. E meritava migliore sorte.
Ha vinto la squadra nerazzurra, più compatta ed organizzata, rispetto alla fragilità e confusione della squadra di Allegri, che lancia Bojan dall’inizio, autore di una prova convincente, e manda in panchina Abate al posto di Mexes, al contrario insufficiente e qualche volta spavaldo senza motivo. L’impegno c’è stato, gli errori pure. E la classifica piange.
La vetta se ne va ma non è mai stato un obiettivo dichiarato, tantomeno alla portata. Certo è che vederla distante 12 punti dopo poco più di un mese di campionato fa male, malissimo.
Riavvolgendo il triste nastro del derby perso, sotto gli occhi e i piedi di un Cassano evanescente, ride Stramaccioni e protestano i rossoneri, che lamentano un gol di Montolivo regolare (fermato dall’arbitro Valeri con frenesia e senza convinzione) e un rigore su Robinho per l’ostruzione di esperienza, ma scomposta, di Samuel. Due mancanze a nostro sfavore, due aiuti all’Inter. Per non parlare del fallo a fine primo tempo di Juan Jesus su Emanuelson (sarebbe stato il secondo giallo)… Eppure l’occasione per recuperare lo svantaggio c’era eccome, dopo l’espulsione al 4′ della ripresa di Nagatomo. Da lì in avanti il Milan è cresciuto ma non ha mai dato l’impressione di mettere alle corde l’avversario. Mai. Dov’è il gol?
Pessimo passo falso, brutta sconfitta e pericolosa posizione in campionato. Ma di buono ci sono Yepes e Montolivo soprattutto, simboli di coraggio senza ironie. Alla fine un pareggio sarebbe stato meritato, ma il Diavolo ha pagato i suoi limiti, i pochi spunti. Ancora male Boateng, un falso fenomeno, ed El Shaarawy, un po’ troppo emozionato. La sosta per recuperare Pato e prendere una condizione fisica più omogenea. Con pochi punti ed un derby amaro, ma con pregi non riconosciuti.