Quante prime volte ieri nel freddo dello stadio Petrovskij. Già il contesto, prima partita ufficiale del Milan contro la squadra di San Pietroburgo, poteva far presagire che si sarebbe trattato di uno scontro che avrebbe poi “battezzato” molti. Per Zapata e Bojan, ad esempio, si trattava del debutto in Champions con la maglia rossonera, mentre, per poco, non rientra in questa speciale classifica anche Max Allegri. Per lui, da quando siede sulla panchina del club più titolato al mondo, si tratta della seconda vittoria esterna in Europa (la prima, e fino ieri unica, contro l’Auxerre nel 2010).
A prendersi la scena sono però i mattatori dello Zenit: Emanuelson, El Shaarawy e Pazzini. Per l’olandese, autore ieri di una buonissima gara fatta di tanta corsa e diversa sostanza, si tratta non solo del suo primo gol in Champions con la maglia del Diavolo ma la sua è anche la prima rete che il Milan, in questa stagione, riesce ad insaccare su punizione. Che dire invece di Sthephan El Shaarawy? Anche per lui prima gioia europea (e che gioia!) e non solo. La sua serpentina in mezzo alle maglie azzurre vale un pezzo di storia: da ieri infatti è il piccolo Faraone il più giovane cannoniere rossonero di Champions. “Sono orgoglioso” il suo commento su twitter.
“Quasi” prima volta invece per Giampaolo Pazzini. L’ex interista ha sfiorato il cross che proveniva dalla sua destra, ma il tocco decisivo è opera del suo sfortunato marcatore. Il fiato sul collo che il Pazzo mette al difensore ha però una grandissima importanza perché induce all’errore Hubocan. Non sarà un gol, ma anche per il numero 11 è un po’ una prima volta che difficilmente si scorderà.