Una stagione da top player, una stagione da protagonista assoluto della prima linea del Milan. Le prospettive con cui Robinho ha iniziato la terza stagione rossonera, erano grossomodo queste. La fiducia e la stima che ha sempre riposto Mister Allegri su di lui, le cessioni di Ibra e Cassano, i continui guai muscolari di Pato. Tutti elementi che, uniti alla sua riconferma, lasciavano presagire che Binho sarebbe diventato il vero leader dell’attacco rossonero.
A dir la verità nelle amichevoli precampionato e nel primo tempo con la Samp, il brasiliano sembrava davvero essersi calato perfettamente nella parte ed era risultato quello più in forma fra gli attaccanti rossoneri. I suoi dribbling e le sue giocate sono state le uniche note positive dell’estate orribile del Diavolo. Poi, lo stop improvviso in quella maledetta domenica pomeriggio di due settimane fa. Distrazione muscolare di primo grado alla coscia destra e 3-4 settimane di stop. Questo il verdetto.
Binho salta la seconda di campionato contro il Bologna e la società è costretta a correre ai ripari sul mercato, con gli arrivi di Bojan e Nyang. Buon per il brasiliano e per Allegri, che arrivi la sosta a fermare il campionato e gli impegni ufficiali della squadra. Sabato contro l’Atalanta, il tecnico livornese dovrà ancora fare a meno del ‘suo pupillo’, ma le speranze di ritrovarlo, almeno in panchina, contro l‘Anderlecht nella prima di Champions, aumentano di giorno in giorno. Qualche minuto nelle gambe contro la compagine belga sarebbe certamente il preludio per il suo rientro effettivo nella domenica successiva ad Udine.