La Juventus si aggiudica la 22/a edizione del Trofeo Berlusconi, battendo il Milan 3-2. Alla doppietta di Robinho replicano Marchisio, Vidal e Matri. A San Siro, nonostante la serata calda e afosa, la squadra campione d’Italia gioca a buon ritmo, ribadendo di avere un impianto di gioco consolidato e che funziona, nel quale anche i giovani rampanti, Marrone dietro e Pogba in mezzo, non fanno fatica ad inserirsi. Solo un anno fa la Juve aveva mostrato un volto poco promettente in questa occasione, e poi, invece, si sarebbe apprestata a dominare il campionato, e senza perdere mai. La Juve così sale a 10 vittorie, contro le 9 rossonere, nelle sfide dirette al Berlusconi. Il Milan non ha demeritato, ma è chiaro che le assenze di Thiago Silva dietro e Ibrahimovic davanti si sono fatte sentire. E’ piaciuto Robinho, al di là della doppietta, mentre il subentrato Pato deve crescere, rientrato dopo le fatiche olimpiche. Non ha poi convinto il Boateng “falso” centravanti.
Robinho non basta, al Milan, per evitare la sconfitta, netta anche nel gioco. Dietro si balla e davanti non si punge. A meno di sette giorni dal primo impegno ufficiale della stagione Allegri non può certo dormire sogni tranquilli. Manca una punta di peso davanti che possa metterla dentro. La squadra è stata indebolita e se si pensa ad un anno fa di questi tempi, sembra davvero passata un’eternità. La Sampdoria è alle porte e tutto sembra in alto mare in casa Milan. Manca un uomo d’aria da rigore, manca un centrocampista, manca un terzino sinistro, sempre se diamo per assodato di ritenere all’altezza gli attuali centrali difensivi. In effetti, nonostante le tre reti subite, la coppia Zapata-Yepes non è stata così disastrosa. Certo ci sono dei meccanismi da affinare, ma ci si può lavorare.
La collezione di stelle che solitamente proponeva questa sfida appartiene ormai al passato. Juve e Milan in campo con seconde linee e nuovi arrivati ancora da amalgamare al gruppo. Nessuna protesta contro la società solo qualche coro nei confronti di Borriello (“non lo vogliamo”) ma la mente è rivolta alle vicende di mercato. Cassano ormai in partenza non è nemmeno a Milano, la cessione all’Inter è sempre più vicina. Il clima di sconforto avvolge lo stadio che vive il trofeo avvolto in un alone di tristezza mista a preoccupazione per quello che ne sarà del futuro. Cassano che lascia il Milan è il segno che qualcosa non va (oltre a discutibili scelte personali). Il Milan dopo la botta subita contro il Real deve inchinarsi anche alla favorita per il prossimo scudetto, come ammesso dallo stesso Allegri. La tifoseria dopo il terzo gol dei bianconeri ha iniziato a cantare “Presidente portaci un campione”, l’unica speranza per alzare il morale della piazza e soprattutto il tasso tecnico di una squadra che perde un campione all’ordine del giorno.
Si vedono poco Pato e Boateng, gli uomini che dovrebbero portare avanti la squadra con le loro giocate. Il papero tocca pochi palloni in tutto il secondo tempo, meglio Zapata, Montolivo e Costant. Resta molto da lavorare in vista della Samp che sarà a Milano tra una settimana, quando si farà sul serio. La squadra necessita di una scossa, di un campione che riporti l’entusiasmo in una formazione spenta e sottotono.