Nei giorni scorsi abbiamo assistito al coming out del presidente Berlusconi, di fronte alle telecamere di Milan Channel, riguardo la situazione attuale in casa rossonera. Parole un filo tardive, in parte prevedibili, ma ben accette tutto sommato dai tifosi, non fosse altro per il banale, quanto valido detto “meglio tardi che mai”. Qualche legittimo dubbio sul nuovo progetto rimane, ma possiamo dire di aver fatto passi avanti incoraggianti, se si pensa al silenzio assordante e fastidioso delle ultime settimane.
Lo stesso presidente sarà ospite anche questa domenica in Russia dall’amico Putin. Filtrano rumors sull’incontro, nel quale pare potrebbe esserci spazio per parlare anche di Milan, a margine dei temi caldi relativi alle tensioni internazionali e alla ben nota crisi economica mondiale. Voci riportano che il numero uno di via Turati sarebbe intenzionato a prendere in considerazione un ingresso in società, con quote minoritarie, da parte del colosso energetico russo Gazprom. Un paio di anni fa l’offerta ufficiosa pareva fosse di circa 180 milioni di euro, corrispondente al 30% della partecipazione societaria. Capitale che potrebbe dare una dimensione diversa a questa sessione di calciomercato e più in generale al futuro del Diavolo.
Si allontanerebbero dunque i petroldollari dell’emiro Al Maktum, indiziato circa un mese fa di voler acquisire il 20% del club. Ma non si può negare che in questi ultimi mesi si fanno sempre più insistenti le indiscrezioni su possibili ingressi di soci minoritari. Il fatto che il presidente Berlusconi abbia affermato più volte di non esser incline a cessioni di quote non può rappresentare una garanzia, a maggior ragione dopo la telenovela Thiago Silva.
Potremmo dunque esser di fronte ad un’ulteriore svolta storica di questa particolare estate. Risorse estere velocizzerebbero probabilmente la ricostruzione in atto. D’altra parte diversi top club europei ad oggi hanno compartcipazioni straniere. La sfida per l’ambiente Milan potrebbe esser rappresentata dal mantenimento della propria identità e dei propri valori, senza esser prevaricati dalle pressanti questioni di bilancio.
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