Il triplice fischio di Celi che ha sancito sabato sera il finale di Milan-Sampdoria rende ufficiali 3 notizie, una per ogni fischio. Prima notizia: il Milan resta saldamente al comando, raddoppiando il distacco sul Napoli. E i punti in palio, ora, non sono più 18, ma 15. Seconda: l’Inter non è ancora fuori, ma quasi. Lo stesso Leonardo ha parlato di “ritrovare la condizione” piuttosto che di rimonta.
Terza notizia, Allegri resta disarmato e questa è la nota dolente del weekend (insieme all’infortunio di Abbiati). Pato è stato fermato da una contrattura e con Inzaghi fuori da novembre e Ibrahimovic espulso per altre due giornate, Allegri deve completamente reinventare l’attacco, dato che all’appello delle prime punte non risponde nessuno.
D’altronde una grande squadra come è il Milan deve sempre trovare nelle caratteristiche della sua rosa il modo per sopperire alle eventuali assenze in ogni reparto. Il Milan ha già vinto senza Ibrahimovic, e ha anche vinto senza Pato, ma ora dovrà farlo senza entrambi. Missione difficile, ma se punti allo scudetto devi compierla.
Questa la proposta di Spazio Milan: mettere Boateng punta centrale. E ci sono cinque motivi che avvalorano questa idea, corrispondenti a cinque caratteristiche del giocatore tedesco – ghanese:
* la velocità: Prince è uno dei giocatori più veloci del Milan. Dote innata, grazie al sangue africano. Inoltre le sue lunghissime leve gli permettono una falcata impressionante. È alto 1 metro e 85. Chiedersi quanto conti la velocità per una prima punta è una perdita di tempo.
* il fisico: Boa è fortissimo: pesa 86 kili, ed è largo. Basti vedere quando dopo l’1-0 nel derby ha abbracciato Pato: il brasiliano, che non è più il mingherlino del 2008, è la metà di lui. Un fisico così collocato in mezzo alle aree avversarie non può che creare scompiglio.
* la corsa: l’ex giocatore del Portsmouth corre tantissimo, e appare instancabile. Il suo doppio lavoro in fase di possesso e di non possesso è risultato utilissimo al Milan quest’anno. Là davanti potrebbe dare lezioni di pressing, aggredendo portiere e difensori.
* l’elevazione: sempre grazie alla lunghezza e alla forza delle sue gambe, Boateng salta altissimo. Può risultare decisivo di testa.
* la versatilità: Kevin è partito come centrocampista esterno nella linea a 3. Allegri l’ha poi spostato in avanti dietro le punte, in un inedito ruolo di trequartista incursore a tutto campo. D’altronde di fantasia ce ne era già abbastanza in altre zone del campo (Seedorf, Binho, Ibra, Pato…). Boateng ha risposto molto positivamente, risultando forse ancora più decisivo. In questo modo ha dimostrato una versatilità che può indurre a pensare ad un nuovo cambio di ruolo.
Allegri non dovrebbe compiere chissà che trasformazioni: basterà sistemare Cassano nel suo ruolo più congeniale di ispiratore e assistman, con Binho e Boateng davanti col brasiliano a fare la mezza punta. Kevin Prince dovrà eseguire compiti facili per uno come lui: creare spazi, tenere palla, fare a sportellate coi difensori di Brescia e Bologna, giocare di sponda per le incursioni dei suoi compagni di reparto e dei centrocampisti, soprattutto Seedorf, particolarmente in palla dal derby in poi.
Kevin sa fare tutte queste cose, quindi perché dovrebbe fallire nel ruolo di prima punta?
Il Boa a fare la Boa (dinamica), non c’è nulla da inventare. Pazza idea? Forse no.