Paulo Fonseca presenta il big match Milan-Juventus: il tecnico rossonero ha mandato un messaggio forte e chiaro in conferenza.
Vincere è l’imperativo categorico del Milan di Paulo Fonseca per il prossimo turno di Serie A. Non sarà affatto facile per i rossoneri, che domani torneranno sotto i riflettori di San Siro per il big match contro la Juventus di Thiago Motta. Nonostante il tasso di difficoltà elevatissimo della gara, la compagine lombarda ha un necessario bisogno di fare i punti per non perdere ulteriore terreno dalle altre big del campionato. Il Milan, tuttora con una partita da recuperare, si trova attualmente settimo in classifica. Un’eventuale vittoria permetterebbe alla squadra di Fonseca di portarsi a quota 21 punti, a -3 proprio dalla Juventus (sesta).
La squadra di Fonseca dovrà sfruttare ogni occasione a suo favore come quella legata alla questione indisponibili dei bianconeri, privi di diversi elementi, alcuni fondamentali. Sono out: Bremer, Cabal, Douglas Luiz, Milik, Vlahovic, Adzic e Nico Gonzalez. Nonostante le assenze, la Vecchia Signora metterà piede alla scala del calcio con una striscia di risultati abbastanza positiva: 2 vittorie e 3 pareggi. L’ultimo successo è arrivato prima della sosta, in occasione del derby della Mole. La Juventus è da prendere con le pinze, seppur sia stata colpita da diversi infortuni, Paulo Fonseca lo sa bene. Il tecnico, infatti, ha avvertito tutti in conferenza.
Fonseca presenta la sfida Milan-Juventus
Il Milan brama i tre punti, ancor di più dopo l’amaro pareggio raccolto a Cagliari prima della sosta. Fonseca ha dato inizio alla conferenza stampa parlando subito di un aspetto tattico che potrebbe essere la chiave della gara: “La Juve si sa adattare molto bene. Non so se giocherà Weah, un calciatore che conosco bene perché l’ho allenato. Ma magari avrà intenzioni diversi. Weah è molto veloce e attacca la profondità, non come Vlahovic. Non sarà la stessa cosa ovviamente. Dovremo fare attenzione ai movimenti in profondità e meno all’appoggio, perché è un calciatore che fa meno questo lavoro”.
Fonseca si è poi soffermato sull’incontro con Sinner: “E’ stato un piacere sostenere un milanista come lui. Ha tante cose buone che vorrei vedere nella nostra squadra, è uno sport individuale ed è diverso, ma dico la capacità di concentrazione che è impressionante. Non sbaglia quasi mai perché è molto focalizzato e concentrato. E’ il numero 1, mi piacerebbe guardare questa caratteristica nella mia squadra”.
Per Fonseca, la gara di domani non è decisiva, ma importante: “Non è decisiva ma è importante, come tutte. Non posso dire che la partita con la Juve sia più importante di quella successiva con l’Empoli perché abbiamo bisogno di vittorie consecutive. E’ una partita diversa ma io penso sempre positivo. Siamo il Milan, abbiamo tanto rispetto per i bianconeri, ma non abbiamo paura. Siamo qui pronti per vincere”.
Sul fattore pressione: “Io non sento più pressione per questa partita. Credo sia una questione di motivazione, non di pressione. Contro Inter, Juve e Real è facile essere motivati, è più difficile andare a Cagliari e avere la stessa motivazione. La pressione c’è sempre, tutti i giorni. Se non vogliamo avere pressione non possiamo stare qui”.
Su Leao e Morata: “E’ importante avere Rafa e Morata in un buon momento, sono calciatori decisivi che possono fare la differenza in queste partite. Abbiamo bisogno di loro. Questi giorni in allenamento li ho trovati molto bene e molto motivati, mi aspetto che possano farlo vedere anche in partita”.
In seguito, Fonseca ha rimarcato uno dei suoi concetti: “Noi vogliamo essere sempre offensivi, stiamo vivendo un buon momento a livello offensivo. Ma non dobbiamo dipendere da un solo calciatore, per me la cosa importante è la squadra e come si comporta quest’ultima. Se la squadra sta bene ne beneficia anche il singolo. Vogliamo essere una squadra offensiva ma sappiamo che la Juve è la squadra che ha preso meno gol ed è molto forte difensivamente”.
Fonseca esclude che sarà una partita come quella di Madrid: “Credo che sarà una partita diversa. In questo momento la Juve è più forte difensivamente del Real Madrid, non è una critica al Real ma è quello che penso”.
Il tecnico ha anche svelato che in questi giorni di sosta si è dedicato molto ad uno dei principali problemi della squadra, la fase difensiva: “Il nostro problema rimane difensivo. Fortunatamente ho avuto tutti i difensori in questa sosta, tranne Pavlovic e Theo, e abbiamo lavorato tutti i giorni su quello che bisogna migliorare”.
Successivamente, Fonseca ha fatto il punto della situazione sull’infermeria: “Jovic non sta bene, non può essere convocato. Camarda sarà convocato. Theo è un grandissimo calciatore, per me è il terzino sinistro più forte al mondo. Credo che il suo periodo sia dovuto a una questione di adattamento, sta imparando cose che sono importanti. L’ho ritrovato più concentrato e motivato che mai”.
Il Milan è l’ultima squadra di Serie A per duelli vinti e palle recuperate. Un argomento toccato proprio stamani da Fonseca: “Non siamo una squadra molto aggressiva in difesa. Però siamo anche la squadra che ha più azioni di pressione offensiva. Non siamo molto aggressivi a livello difensivo, anche a causa delle caratteristiche dei calciatori. Stiamo lavorando per migliorare questa aggressività. Gabbia sta bene, si è allenato ed è pronto per giocare”.
Fonseca è poi tornato sulla Juventus di Thiago Motta: “Mi piace molto. E’ una squadra totalmente diversa dall’anno scorso, offensivamente è forte. Stiamo parlando di Vlahovic, ma i calciatori più influenti per i bianconeri sono gli esterni”.
Fonseca non demorde per lo Scudetto: “E’ una partita importante. In Serie A tutte le squadre perdono tanti punti, non è un campionato come quello spagnolo o francese dove le squadre in testa vincono sempre. Qui è più difficile non perdere punti perché la differenza tra la squadra più forte e quella più debole è inferiore rispetto ai campionati che ho citato prima. E’ una partita importante per noi”.
Sull’autocritica di Leao: “Capisco quello che Leao ha detto. Penso che lui voglia dire che deve essere più decisivo. Sono d’accordo, penso che Rafa possa essere più decisivo e sta lavorando per questo”.
Sul calo di attenzione contro le piccole: “Quando dopo la partita di Madrid ho detto che sarebbe stato più difficile con il Cagliari, non l’ho fatto perché sono pazzo. Era chiaramente un messaggio al gruppo perché so che la squadra ha questo tipo di caratteristiche, che quando affrontiamo un certo tipo di avversari si rilassa un po’. Credo che dopo Cagliari non lo abbiamo capito bene questo messaggio. Sono stato in un’altra squadra che giocava in Champions ed è una cosa che succede spesso”.
Il Milan ha bisogno di un filotto di vittorie per ambire allo Scudetto: “Ho parlato di questo oggi ai calciatori. Abbiamo bisogno di vincere diverse partite di seguito, è fondamentale e possiamo farlo perché siamo il Milan. Se vogliamo recuperare i punti persi dobbiamo farlo per lottare per lo Scudetto”.
Su Loftus-Cheek: “Tutti i calciatori hanno avuto opportunità diverse volte. Sono contento per Loftus. All’inizio ha avuto difficoltà, ma penso che sia migliorato tanto. Con il Napoli ha giocato una bella partita e sta migliorando. Pulisic, Reijnders e Fofana stanno vivendo un bel momento ed è più difficile per lui, quindi deve allenarsi e aspettare il suo momento. Sono convinto che giocherà tanto perché ci sono diverse partite. Lavora bene ed è sempre pronto, sono soddisfatto di lui”.
Sul mercato di gennaio: “Abbiamo le soluzioni in casa. Bennacer è un calciatore che può ricoprire il ruolo di Fofana. Questa settimana stavo parlando di questo con il mio staff, se abbiamo un problema con Fofana che soluzione possiamo adottare. Al momento le opzioni che abbiamo sono Loftus e Musah, sarebbero due soluzioni adattate ma possono farlo. E’ vero che Theo è l’unico terzino sinistro ma abbiamo fiducia in Bartesaghi. Non abbiamo avuto spazio e momenti per portarlo con noi, ma mi piace molto e ha le caratteristiche per giocare con la nostra squadra. Il Milan Futuro è un contesto diverso, credo che Camarda, Bartesaghi e Zeroli facciano meno fatica a giocare in Serie A che in Serie C, perché qui hanno più spazi e il gioco è meno fisico. In Italia non è facile far arrivare giocatori a gennaio e far in modo che si adattino subito”.