Le parole di Simic dopo mesi dall’addio al Milan: il difensore serbo ha parlato del suo arrivo, di Pioli e del suo addio
Fra le operazioni più criticate dei tifosi, e non solo, della scorsa estate del Milan c’è la cessione di Jan-Carlo Simic.
Il difensore, fra i migliori delle ultime positive stagioni della primavera di Ignazio Abate, un po’ a sorpresa è stato ceduto all’Anderlecht a titolo definitivo per poco più di 2 milioni.
La cifra è conseguenza di un contratto in scadenza a giugno 2025, ma la sensazione è che la dirigenza poteva gestire molto meglio la situazione.
Simic è un giocatore di assoluto talento e anche in Belgio si sta confermando. Due gol e due assist, da difensore centrale, con la maglia dell’Anderlecht finora in 19 presenze.
Ma soprattutto un futuro che sembra davvero luminoso.
Ma perché il Milan l’ha ceduto? “Non avevo altre opzioni se non la Serie A. E non è mai stata una questione di soldi. Hanno scritto tante stron*** sul contratto“, la dura presa di posizione di Simic.
La chiamata di Maldini, la gestione di Pioli e l’elogio di Abate: le parole di Simic
“Hanno detto che volevo più soldi e che volevo giocare titolare. Tutto falso. Potevo far parte dei quattro centrali ma non ho mai avanzato pretese“, ha raccontato il giovane difensore.
Il racconto della chiamata di Paolo Maldini: “Avevo 17 anni, ero a Stoccarda, squillò il telefono. Mio padre mi guardò in modo strano. Gli chiesi chi fosse, e lui rispose che dall’altra parte c’era… il Milan”. Piacere, Paolo Maldini: “Ero incredulo. Maldini, capisce? Sono cresciuto con i suoi video e con le sue giocate. Ho ancora la pelle d’oca”.
Quel pomeriggio di Milan–Monza sarà indimenticabile per lui: l’esordio e, dopo pochi minuti, addirittura il gol. Da quel momento però non ha più trovato tanto spazio: “Andrebbe chiesto a Pioli. Io mi sono sempre reso disponibile. Nessuna polemica, sia chiaro: sono contento del minutaggio che ho avuto“.
Bellissimo il ricordo di Ignazio Abate, l’ex allenatore della Primavera rossonera:
“Mi ha fatto capire cos’è il calcio in Italia. Mi ha reso un uomo e un calciatore migliore. “Ha sempre avuto aspettative molto alte su di me, e si aspettava ancora di più. Ogni volta che giocavo una gran partita mi diceva che avrei potuto fare meglio. È stato un martello”.
Nessun dubbio sul suo ex compagno di squadra Camarda: “Gli ho fatto da chioccia. Può diventare una grande punta”.