Nuove critiche per il Milan: “È stato un affronto”

Il Milan di nuovo criticato per la scelta di Paulo Fonseca: il pensiero del giornalista è durissimo

Tempo di nuova crisi per il Milan dopo quella di inizio anno. Se la sconfitta col Leverkusen aveva lasciato un po’ di soddisfazione per l’ultima buona mezz’ora, la prestazione di Firenze è invece un disastro su tutta la linea.

Paulo Fonseca è di nuovo al centro delle polemiche, soprattutto fra tifosi e opinionisti.

C’è una buona parte di questi che, infatti, chiede l’esonero del tecnico. Dopo esser passato da incapace a genio della tattica dopo il derby vinto, il portoghese è tornato ad essere un incapace. E il tutto nel giro di pochi giorni.

La realtà invece è molto diversa e sappiamo bene come l’allenatore abbia meno responsabilità di quanto gliene vengono date.

Ed è così che adesso sentiamo di nuovo parlare di Maurizio Sarri e, soprattutto, di rimpianti. E su tutti c’è un solo nome: Antonio Conte.

Milan-Conte

Era il sogno dei tifosi rossoneri e il suo lavoro con il Napoli, al momento primo in classifica, è solo l’ennesimo motivo di frustrazione per aver perso l’opportunità di portarlo a San Siro.

Conte-Milan, nuove critiche: "E' stato un affronto"
Antonio Conte (ANSA) – SpazioMilan.it

Michele Criscitiello, giornalista e direttore di Sportitalia, ha spinto moltissimo sull’arrivo di Conte al Milan e oggi, dopo il ko di Firenze, nel suo editoriale è tornato a parlarne.

Dopo aver scritto un elogio nei confronti del tecnico del Napoli, la chiosa finale nel suo editoriale: “Conte è e sarà il più grande rimpianto del Milan. Non farlo sedere neanche è stato un affronto che il club rossonero non poteva permettersi“.

Il Milan ha invece scelto di puntare su un profilo molto diverso da quello di Conte.

In primis, l’aspetto più importante di tutti per RedBird, un allenatore non così costoso come il leccese. Dopo di questa, poi, tutte le altre valutazioni tecniche e, magari, di comportamento.

Furlani, Moncada e Ibrahimovic non volevano un accentratore ma un allenatore più “aziendalista” e in linea con il progetto, basato sull’acquisto di un certo tipo di giocatori, a costi contenuti, e tutti scelti dalla dirigenza.

Un profilo incompatibile con l’identikit di Conte.

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