Archiviato il campionato italiano, ci pensa EURO 2024 a catalizzare l’attenzione su Rafa Leao. L’attaccante rossonero è infatti finito nel mirino delle polemiche, fra cui campeggiano le parole di Trevisani.
Da giocatore simbolo della Serie A nell’anno dello Scudetto numero 19 della storia rossonera, Rafael Leao è passato ad essere bersaglio di parecchie critiche. Nel mirino sono finite prima le prestazioni insufficienti con la maglia del Milan. Ma con l’avvio degli Europei, non sono mancati i commenti sul rendimento col suo Portogallo.
Il numero 10 rossonero ha esordito con la maglia della nazionale portoghese lo scorso 18 giugno sotto la pioggia incessante che si è abbattuta su Lipsia. La partita contro la Repubblica Ceca si è conclusa con una vittoria sofferta, per cui il Portogallo deve ringraziare la zampata decisiva di Francisco Conceiçao al minuto 92.
I tifosi e gli appassionati si aspettavano forse qualcosa in più dall’attaccante del Milan, che non ha brillato per prestazione in nessuno dei due incontri che hanno consegnato la squadra agli ottavi di finale – con un turno d’anticipo. Della polemica che ne è sorta, dunque, ha parlato anche Riccardo Trevisani, che non le ha mandate a dire.
Caso Leao, Trevisani non ci sta: le parole
Il giornalista di Mediaset, ospite del podcast di Cronache di Spogliatoio ‘Euro Cronache‘, ha commentato l’ondata di negatività che, dopo la partita contro la Repubblica Ceca, ha colpito il numero 17 della nazionale portoghese:
Ma perché lui sì e gli altri so tutti bravi? Perché Leao, perché sempre Leao? Perché ce l’avete tutti con Leao? Perché sapete che è talmente tanto più forte che se non sfascia la partite tutte le volte è una sega. E no! Io ho una sorta di protezione perché è un bersaglio continuo di tutti e lo è stato, non oggi che è sette milioni all’anno, numero 10 e bla, bla, bla, ma da quando è arrivato. E’ sempre stato un “Eh però…”, “Eh ma Leao…”, “Eh ma non segna… E’ pazzesco.
Ha poi continuato così:
In una generazione che non riesce a crescere all’ombra del loro nonno, perché tra un po’ c’hai l’età che può avere un nonno, 30 anni in più praticamente c’ha Ronaldo rispetto ai giocatori giovani del Portogallo, ce la prendiamo, invece anziché con chi fa giocare uno che c’ha 40 anni per 90 minuti, ce la prendiamo con i ragazzini che non riescono a diventare grandi. Ma finché camminano con la bicicletta con le rotelle, piccole, non diventeranno mai grandi. Levagli Ronaldo, falli crescere, responsabilizzali, perché loro saranno sempre lì, che arrivano fuori dall’area di rigore e passano la palla a Ronaldo.
Le parole di Trevisani tuonano inequivocabili. Perché Rafael Leao non può essere sempre l’unico capro espiatorio di una squadra che commette degli errori. Come se fosse l’unico possibile colpevole. Un messaggio che anche i tifosi rossoneri, sempre più duri con l’attaccante, dovrebbero tenere a mente.