Cucchiai a parte, è (anche) una Nazionale rossonera

Prosegue l’appuntamento con Alessandro Jacobone, leader dei “Milanisti Non Evoluti”. Potete inviare le vostre domande e curiosità ad Alessandro a redazione@spaziomilan.it o lasciando un messaggio sulla nostra pagina Facebook.

Che fosse un gran giocatore non ce lo dovevano di certo dire i media, che sembrerebbero avere scoperto Andrea Pirlo da soli dodici mesi.  Dieci lunghi anni pieni di successi sono stati dimenticati in un secondo e miracolosamente il caro campanellino Trilly, da schivo e  taciturno campione, si è rivelato loquace e polemico come non mai. Avvantaggiato da un fertile terreno tutto a sua disposizione, detta legge con frasi d’effetto.

La memoria è corta per molti giornalisti e ahimè anche per un giocatore che dovrebbe ricordarsi chi l’ha salvato da quegli anni passati in prestito da una società all’altra poiché nessuno era stato capace di capire che quel suo “ruolo non ruolo” non era un problema, ma un marchio più unico che raro. Si, perchè Andrea Pirlo è unico come unici sono i suoi movimenti e i suoi lanci.

Chi si aspetta il milanista che rinnega tale talento farebbe meglio a interrompere la lettura di questo articolo. Ma di certo farebbero meglio a cambiar lavoro molti degli artisti della penna che per dieci lunghi anni non si sono accordi di tanta classe.

Pirlo ha fatto vincere lo scudetto alla Juventus e grazie al suo scovino contro l’Inghilterra ci porterà alla conquista del titolo europeo per nazioni”. Titoli su titoli riempiono i giornali come se la Nazionale non fosse composta da un gruppo di giocatori che ha messo l’anima per superare la compagine inglese.

Nessun merito alla grinta e al sangue sputato in campo dall’undici di Cesare Prandelli ma solamente un bel primo piano per Andrea. La candidatura per la conquista del Pallone d’oro è stata poi l’apoteosi di quella  che si sta rivelando la campagna promozionale, seconda solo a quella di Bush per la corsa alla Casa Bianca.

Posati i quotidiani sul tavolo e accesa la televisione per vedere la partita, ci si rende conto che in questa Nazionale tutto cuore e sudore c’è anche tanto Milan. Il pendolino della fascia destra che corre come un freccia rossa senza ritardi e senza scioperi; l’architetto di Firenze che l’anno prossimo vestirà i colori rossoneri per la definitiva consacrazione; i lampi di classe di chi col “cuore” è stato abituato a giocarci per sei lunghi mesi  e il “tre polmoni” Nocerino sono la firma di una partita che ha reso orgogliosi tutti noi italiani.

Anche se i giornalisti cercano di fare finta di nulla, la vittoria nei quarti è stata figlia di una maglia azzurra amata e desiderata da tutti i giocatori della rosa, milanisti compresi. La Nazionale è di tutti e come tale va vissuta. Nessuna divisione, nessuna gelosia e nessun attrito post campionato deve assolutamente macchiare la magia di nostri colori e dell’inno che unisce nord e sud senza falsità e ipocrisie.

Con la Nazionale italiana in tv si dimentica tutto, crisi economica compresa.  Come Davide contro Golia, l’italiano è da sempre emerso nella storia per la sua passione, la sua forza e la sua determinazione.

Nelle difficoltà ancor di più che nell’agio, i nostri nonni ci hanno raccontato le fatiche di lottare, vivere con poco ma condividendolo comunque con gioia. L’Italia è sopravvissuta a tutto nella storia e la sua Nazionale è stata sempre motivo di orgoglio e unione, rendendoci fieri della sua anima e della sua grinta. Perché l’italiano è molto più vicino all’urlo di Tardelli e Nocerino piuttosto che le chiacchere post “cucchiaio” di qualche giornalista.

Forza azzurri…tutti!

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