Il Cancelliere se ne va, davvero non serviva più?

Il Cancelliere si accinge a lasciare il Milan. Alexander Merkel non deve aver convinto, al punto da essere sacrificato nel valzer delle comproprietà col Genoa. Un po’ russo, un po’ kazako, un po’ tedesco, la bionda scoperta di Alberigo Evani, classe 1992, non ha sfondato.

Non è bastata la splendida stagione con la Primavera nella stagione 2009/2010, con cui ha vinto la Coppa Italia. Non è bastata la vetrina dell’Emirates Cup nell’estate successiva, seguita a novembre dall’inserimento in Prima Squadra da parte di Massimiliano Allegri. Non sono bastati gli esordi in Champions League e campionato nell’anno dello scudetto. Non è bastata nemmeno la magica serata del 20 gennaio 2011 quando in Coppa Italia, contro il Bari, segnò la sua prima rete tra i professionisti. Finito lo scorso anno nell’affare El Shaarawy, il buon Alexander è rimasto a Genova per la prima parte della scorsa stagione per poi fare rientro in tutta fretta a Milano a causa dell’emergenza infortuni a centrocampo. Purtroppo per lui e per Allegri non è riuscito a ripetere le buone prestazioni a causa degli stop che non l’hanno certo risparmiato: fuori causa nei quarti di Tim Cup contro la Lazio, lasciando sul terreno di San Siro il legamento collaterale mediale del ginocchio destro. Totale: 3 misere presenze nel ritorno presso la casa rossonera. Ora per mantenere il Faraone in rossonero, si è deciso di lasciarlo al Grifone. Ma non serviva proprio in un centrocampo che ha perso Seedorf, Van Bommel e Gattuso, forse Aquilani e Flamini?

Merkel ha certamente dimostrato personalità e dinamismo. Ma soprattutto sembrava essere il prototipo del centrocampista secondo il credo tattico di Allegri per una caratteristica su tutte: duttilità. Il tecnico rossonero, infatti, lo ha impiegato sia come trequartista, sia come mezzala. Proprio in quest’ultimo ruolo il “biondo” ha dato il meglio di sé. Tanto da essere entrato già nel 2007 nel giro della Nazionale tedesca, passando per tutte le giovanili. Ora non è detto che resti al Genoa: su di lui c’è il forte interesse della Roma. E chissà che Zeman, particolarmente abile coi giovani, non riesca a lanciarlo definitivamente ad alti livelli.

Gestione cookie