Scorrono intrepide le ore in attesa di Napoli-Milan, primo atto della trilogia che porterà le due compagini verso il doppio confronto europeo. Vista la caratura degli imminenti incontri di Champions, la sfida odierna potrebbe risentirne in chiave spettacolo e sentimento, anche a causa dell’ampio distacco in classifica fra le due rivali.
Ecco dunque che a gonfiare nuovamente l’hype per il Main Event della domenica entra in gioco la storia del nostro calcio: Silvio Berlusconi. L’ex numero 1 del Milan ed attuale patron al Monza ha infatti narrato le storiche gesta di Napoli e Milan in una piacevole quanto immersiva intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.
“Porto Napoli nel cuore, il mio Milan senza eguali”, le parole di Berlusconi
Apparsa quest’oggi fra le pagine del quotidiano rosa, l’intervista rilasciata da Silvio Berlusconi rappresenta un mix di passato, presente e futuro del Milan nonché ricordi straordinari di Napoli. In particolare il “cavaliere” è intervenuto in merito allo storico incontro del 1988, in cui i rossoneri superarono gli azzurri al San Paolo imponendosi come Campioni d’Italia:
“Tanti ricordi e tante emozioni. Ancora oggi mi commuovo al pensiero dello straordinario applauso che il gran pubblico di Napoli ci riservò a fine partite. Fu una prova di stile e di sportività straordinaria, nonché ragione per la quale Napoli è e sarà sempre nel mio cuore. Quella partita per me significa Gullit, Virdis e Van Basten in campo insieme e pronti a dar spettacolo, ma anche quel meraviglioso gol su punizione di Maradona. Una di quelle genialate che solo Diego sapeva inventare”.
“Quel giorno vinsi il mio primo Scudetto superando un Napoli fortissimo. Fu il primo trofeo di un’epopea senza uguali, un’epopea che fece del Milan la squadra più titolata al mondo e che fa di me tuttora il Presidente di Club che ha vinto più titoli nella storia del calcio mondiale. Il tutto accompagnato dalla storica figura di Adriano Galliani. Per la FiFA, quel Milan di Arrigo Sacchi ha giocato il più bel calcio della storia, ma è difficile dirlo. Era certamente uno spettacolo vedere in campo quella squadra in sfide come Napoli-Milan. Ancora oggi provo immensa gioia a ripensare a quel successo, anche perché mio padre era ancora presente”.
I toni dell’intervista sono poi divenuti ancor più nostalgici quando Berlusconi ha ricordato colui che oggi dona il nome allo stadio di Napoli, Diego Armando Maradona
“Un rimpianto profondissimo, e non solo perché Maradona è stato il più grande giocatore della sua generazione. Era una persona fragile, forse la disciplina e l’attenzione ai singoli che c’era nel mio Milan lo avrebbero aiutato a evitare alcuni errori. Però quel giorno, parlando con lui, mi resi conto di una cosa: Maradona era Napoli, era il simbolo e la bandiera del più grande Napoli della storia, almeno fino ad oggi. Le bandiere non si comprano e non si spostano, sarebbe stato come prendere il cuore di un’intera città e trasferirlo a Milano. Lo stesso Diego, che aveva una grande sensibilità, condivideva questa valutazione”.
“La stagione del Milan è stata strana ma giù le mani da Pioli”, il commento di Berlusconi
Dal passato al presente, Berlusconi ha abbandonato la sua verve più nostalgica grazie alle sue personali considerazioni in merito alla sfida di oggi. Ha iniziato parlando del Napoli, analizzando la forza di Spalletti e dei suoi uomini:
“Giocatori come Kvaratskhelia ed Osimhen ben figurerebbero in qualunque squadra al mondo. L’infortunio del nigeriano toglie alla sfida con il Milan un elemento di grande fascino. In ogni caso, oggi il Napoli è davvero una grande squadra, una delle migliori in Europa e che sta dominando il campionato con assoluto merito. Per il Milan sarà un avversario durissimo”.
“Kvara e Leao sono due grandissimi giocatori dalle caratteristiche diverse. Kvaratskhelia forse è più completo, però Leao è più “da Milan”. Ha uno stile di gioco che nei momenti migliori mi ricorda i più grandi dei nostri rossoneri”.
Il “cavaliere” ha poi parlato della situazione Milan, elogiando Pioli, Maldini nonché Zlatan Ibrahimovic:
“Io sono sempre un tifoso del Milan e ovviamente guardo le sfide dei rossoneri con grande partecipazione. Non sono però in condizione di dare consigli di questo genere a Pioli, anche per rispetto dell’attuale proprietà. Posso solo dire che ho molta stima in lui e che quella del Milan è davvero una stagione strana. Pioli ha dimostrato di essere un grande allenatore vincendo lo scudetto della scorsa stagione, ma non sta a me dare valutazioni di questo tipo. Io mi limiterò a tifare Milan, con un po’ di sofferenza, perché Napoli è davvero la mia seconda città”.
“Ibra è un grande campione, ha un carattere e una forza mentale che sono inarrivabili. So che ha ancora la forza di giocare e solo lui può decidere quando smettere. La sua personalità è importantissima in campo e fuori, sono sicuro che in futuro continuerà ad agire nel mondo del calcio. Il suo nome sarà prezioso come allenatore o dirigente”.
“Paolo Maldini è stato lo spirito guida del mio Milan, che continua a guidare dalla sua scrivania così come faceva in campo. Ha fatto un ottimo lavoro, in un mondo ideale gli consigliere di portare a Milano Haaland e Mbappe, che sono il futuro del calcio”.