Fikayo Tomori racconta. Intervistato ai microfoni di The Players Tribune, il difensore rossonero ha rivelato aneddoti e curiosità della sua ancora giovane carriera da calciatore.
Particolare retroscena riguarda Ibrahimovic, suo vicino di casa, che ha dedicato al difensore inglese una particolare accoglienza.
Di seguito le sue dichiarazioni:
“Ricordo che, quando arrivai a Milano, Zlatan mi chiese dove alloggiavo. Poi mi comunicò che eravamo vicini di casa e mi disse: ‘Il mio appartamento è quello all’ultimo piano, così Dio può vegliare sulla sua città’.
Ma è anche il più forte, il più flessibile e quello che si impegna di più nella squadra, anche a 41 anni. È una macchina. Non ci sono altre parole per descriverlo. E parla sempre con quel vocione roboante alla Zlatan, facendoti discorsini e dandoti consigli. Potete guardare qualche video sui social media. Lo vediamo davanti a noi, ogni giorno.
In quelle partite finali, ci ha mantenuto lucidi. Nell’intervallo contro il Sassuolo ci disse: “Nessuno deve ancora sorridere! Ci sono ancora 45 minuti! Noi smettemmo di sorridere“.
Dalla società a Leao, quanti elogi per il Milan: le parole di Tomori
“L’altra cosa è che il Milan è una squadra in cui tanti giovani hanno avuto la possibilità di assumersi delle responsabilità e le hanno sfruttate per salire di livello. Merito di tutto ciò è di Gazidis, Maldini, Massara e Pioli.
Abbiamo ragazzi come Pierre Kalulu e Rafa Leão. Che giocatore Rafa! Quando è arrivato, credo che nemmeno lui sapesse quanto fosse bravo. Con quanta facilità riusciva a dominare i giocatori nell’uno contro uno. È alto, sa dribblare, sa tirare e sa passare. Ha tutto e ora credo che lo sappia“.