Kalulu sul Milan: “Non volevo essere dimenticato”, poi il messaggio a Pioli

Pierre Kalulu si è raccontato all’Equipe tra Milan, Nazionale e gli inizi della sua carriera. Queste le sue parole.

Sul rischio di andare al Milan: “Sapevo che ci sarebbe voluto del tempo, ma sapevo che avrei lavoro per giocare. Non avevo paura di fallire al Milan. Poteva succedere anche al Lione e sarei stato dimenticato.”

Sull’esperienza a Milano:Devi calcolare i tuoi percorsi, evitare il centro della città durante l’ora di punta perché fa molto caldo. Molte persone che mi sono vicine mi hanno raccontato la storia del grande Milan degli anni ’90

Pierre Kalulu

Sul significato di giocare nel Milan: “Essere un difensore del Milan significa allenarmi ogni contro Ibrahimovic. É faticoso e gratificante ogni volta, sia Zlatan che Giroud vogliono sempre vincere. Quando vengono a parlarti devi mostrare l’ego e rispondere. In allenamento, se metti la spalla diventa una piccola lotta. Devi sempre avere fame di vincere. I nostri allenamenti sono da vedere: facciamo gare, duelli e grande intensità durante la partita.”

Sull’addio al Lione: “Il sogno era brillare tutti assieme al Lione, ma non è successo. Se possiamo farlo in nazionale, però, è ancora meglio. A Milano, in termini di sogni, ho alzato l’asticella. Era complicato all’inizio perché ero solo, ma Milano è una città piacevole e giocare nel Milan mi ha aiutato molto.”

Su Pioli e la sua carriera:Cerco ogni giorno di avere un livello più alto di aspettative. Pioli mi spinge ad essere attento a tutto e si vedono i risultati. Nella mia gioventù, non sono mai stato il giocatore che ci si aspettava. Non sono mai stato il giocatore atteso, colui per il quale fai lo sforzo. Ero spesso nella situazione in cui il treno sarebbe partito senza di me. Ho dovuto tornare al lavoro molto rapidamente.”

Simone Borghi

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