Pierre Kalulu ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di So Foot.com. Il giocatore rossonero ha toccato diversi temi.
“Qual è il mio ruolo? Bella domanda, dipende dalla squadra in cui gioco. In effetti, non mi definisco per il mio ruolo: sono gli allenatori che decidono la mia posizione. Alcuni mi preferiscono a destra, altri in mezzo”.
Su Pioli:
“Ogni allenatore ha una visione precisa. Per Pioli la squadra deve essere brava in fase difensiva, ma il mio ruolo in attacco dipende da quanto gioco alto in campo. Quando sono molto alto posso fare l’attaccante”.
Sulla sua duttilità:
“La vedo come un vantaggio, perché nel calcio moderno siamo molto mobili. Posso essere laterale e dover intervenire al centro e viceversa. Posso superare diversi problemi sul campo. Significa che ho qualità che cambiano dagli altri e che mi differenziano un po’. Questa cosa nasce anche dalla formazione che ho avuto al Lione, dove non siamo mai stati fissati in una posizione. Dovevi essere bravo ovunque. Non sono mai stato formato per essere un difensore, anche se difendere aiuta. Ci hanno insegnato ad essere ottimi giocatori di calcio, semplicemente. Ed è questo che fa la differenza”.
Sulla leadership di Ibrahimovic:
“Dato che è il più grande, ha questo ruolo di mentore. Ha l’esperienza per trascinarci. Quando sono arrivato, anche se non avevo mai giocato da professionista, è stato molto accogliente, mi ha dato molti consigli, anche se non doveva farlo per forza. È buono, ma un passaggio sbagliato è uno di troppo, quindi può urlare. È un ottimo compagno di squadra”.
Sulla scelta di lasciare il Lione:
“Il Milan è il tipo di grande club che ogni giocatore cerca. Quando giochi le grandi partite in Francia, è per entrare a far parte di questo tipo di grandi club. C’era anche la questione di fare definitivamente il grande passo. Mi chiedevo se ero pronto o no, e sentivo di esserlo. Allora perché aspettare?”
Sugli obiettivi con il Milan:
“Quando ho firmato nel 2020, il Milan era in difficoltà. E poi c’è stata la striscia di dieci vittorie consecutive. Ovviamente questo mi ha bloccato le possibilità, ma è bello giocare per una squadra forte. Oggi il Milan è apprezzato. L’obiettivo è vincere trofei perché, come dicono i più grandi nello spogliatoio, è quello che resta a fine carriera. Personalmente punto a giocare più partite possibili, sia in nazionale che nel Milan. E poi la salute è importante!”