Un solo lampo, il 6 novembre 2011, quando raccoglie una potente punizione di Emanuelson non trattenuta dal portiere del Catania e mette in rete il gol del definitivo 4-0 dei rossoneri sui siciliani in quel di San Siro. Poi nulla o poco più. Si rivede soltanto all’ultima partita, quella contro il Novara, nel corso della quale disputa una buona prestazione e si congeda dal suo pubblico piangendo più dei senatori Gattuso, Nesta e Inzaghi. È questo il flash della stagione, l’ultima, di Gianluca Zambrotta in con la maglia del Milan.
Una stagione da comprimario per il terzino campione del mondo, come spesso gli è capitato negli ultimi anni, a cercare di sostituire, con la sua duttilità, i numerosi assenti sui binari laterali di difesa. È stato impiegato sia sulla fascia destra che su quella sinistra, ma i risultati sono stati spesso insoddisfacenti, complici anche i 35 anni, che, quando hai passato una vita a correre da una parte all’altra del terreno di gioco, si fanno sentire.
Fermo anche lui, come molti compagni, più volte in infermeria, soprattutto nel mese di dicembre (per un problema al ginocchio) e qualche giorno nel corso di questa sciagurata primavera, è stato comunque impiegato poche volte da mister Allegri, che gli ha preferito, anche in condizioni precarie, Abate sulla destra e Antonini, Mesbah o Bonera sulla sinistra. Risultato? Soltanto dodici presenze e un gol in Campionato e tre gettoni, senza nessuna realizzazione, in Champions League.
Una stagione non esaltante, dunque, per il terzino comasco, poco impiegato, ma che, quando chiamato in causa, non ha saputo tirar fuori prestazioni all’altezza. Lascia, comunque, un buon ricordo delle sue quattro stagioni in rossonero. VOTO SM su G. ZAMBROTTA: 5