Ivan Gazidis ha rilasciato una lunga intervista in italiano ai microfoni di Sky Sport, parlando del Milan e del progetto rossonero a 360°. Di seguito alcuni estratti particolarmente significativi delle parole di Gazidis, definito “concreto e sognatore”:
“Grazie di essere qui, benvenuti nel nuovo studio (nuovo centro di comunicazione, ndr) del Milan, siamo molto orgogliosi. È la mia prima intervista in italiano, proviamo!
Sono innamorato di questa città, di Milano, è un luogo speciale. Nel periodo terribile che abbiamo vissuto, ho visto la forza e i sentimenti degli italiani. Ho vissuto qui con mia moglie lo scorso anno in quel momento brutto, e adesso mi sento veramente milanese.
Ho vissuto tre carriere. La prima negli Stati Uniti, avevo 28 anni e con un amico abbiamo avuto l’idea di creare una lega statunitense. Era una grande sfida, e dopo l’inizio ho lavorato per la Lega. È stato molto particolare: in MLS, è la Lega che sigla i giocatori, quindi è un ruolo molto tecnico.
Dopo sono arrivato all’Arsenal con Wenger, un grande uomo, incredibile. Non soltanto un grande allenatore, ma un grande direttore tecnico. Infatti, io mi sono concentrato sulle questioni fuori dal campo, sugli aspetti commerciali del Club.
Adesso, qui al Milan, è necessaria una visione totale, sia sul campo che fuori. Questa visione è molto chiara nella mia mente e l’ho condivisa con tutti qui.
È un sogno in un certo senso. Non abbiamo vinto niente ancora, ma siamo sulla strada giusta. La notte sogno, sogno come i tifosi, per il Club e per questa stagione. Ma la mattina, quando mi sveglio, lavoro. È questa la mia attitudine.
Pioli è un uomo molto intelligente. In un certo senso, possiamo dire che è semplice ma anche molto profondo: ha capito subito che noi siamo sempre sotto pressione in questo sport. Lui è arrivato in un momento difficile per il Club, la cosa impressionante è stato come Stefano si sia focalizzato sul lavoro e non sulle voci. Questa era la cosa più importante da fare, perché ha provato a tutti che è capace di gestire una squadra così. Sono innamorato di Stefano.
Ralf Rangnick? Io ho sempre detto a Stefano che la decisione era sempre aperta e lui l’ha capito molto bene. La scelta deve essere fatta sul merito sportivo del lavoro, è sempre così. La cosa che mi ha sorpreso molto era l’attitudine di Pioli, non solo personale ma anche sul campo. Un approccio di calcio molto moderno, che abbraccia i talenti giovani che abbiamo. Lui capisce che i 5 secondi di transizione sono i più importanti nel calcio di adesso. È passato un anno oggi dal derby contro l’Inter: avevamo visto un modulo di gioco che ci dava confidenza, convinzione. Abbiamo perso la partita, è vero, ma abbiamo capito che Pioli poteva essere la scelta giusta.
Se mi dici è merito di Pioli, io ti dico sì, sono d’accordo. Se dici che il merito è di Maldini e Massara, io dico sì, sono d’accordissimo. Se tu dici che il merito è di Ibra…è vero! Ci sono molte storie, e tutte le storie sono vere.
Non è sempre facile, ci sono storie differenti, culture differenti, una lingua differente. Ma stiamo crescendo e c’è un’unità che è possibile vedere nella squadra e nella società. è anche importante che noi non sempre siamo in accordo. Paolo per me rappresenta il Milan, è la storia e questo è certo, ma non è la ragione per cui ho scelto Maldini. L’ho scelto perché vedo qualcosa di speciale, è un uomo di valori, moderno, con umiltà e con voglia di imparare. Vedo un uomo che pensa per la squadra ed è fondamentale. Io spero che Paolo resti qui tantissimo, non vedo un limite per lui. È veramente una persona speciale, da Milan.
Ibra è l’eccezione a tutte le regole. Ibra è speciale. Ha qualità personali, sul campo e fisicamente; è vero, Ibra va contro le nostre regole ma questo è fantastico. Se Ibra continua la prossima stagione? Tutto è possibile, la realtà è che questa sfida per Zlatan è, in un certo senso, la più grande della carriera, la più romantica. Credo che lui senta questa sfida in una maniera speciale.
Vogliamo avere nel futuro Gigio e Calhanoglu. Stiamo facendo di tutto per tenerli, sono persone fantastiche e professionisti incredibili, noi facciamo tutto il possibile e ho fiducia che sarà possibile raggiungere un accordo.
Adesso vediamo i problemi del calcio, il Covid ha dimostrato che non si può continuare così: non voglio vedere questo Club nei guai di nuovo, né economicamente né sul campo, e queste cose vanno insieme.
È chiaro che il Milan abbia vissuto un periodo difficile e che la coperta dei ricavi fosse troppo corta. Le spese erano molto alte, noi stiamo facendo di tutto per riportare il Milan in alto. È possibile, passo dopo passo, ma non è facile. Non abbiamo vinto niente a questo punto, quindi non parlo di un lavoro fatto. Siamo work-in-progress.
La visione di Elliott è un Milan in alto, moderno, progressista, globale ma anche con i suoi valori locali, nel suo nuovo stadio, il più bello del mondo, che rappresenta questa città in Italia e nel resto del mondo: non c’è una scadenza, è una questione di fare. Il fondo ci ha supportato in questo periodo difficile in maniera molto forte. Abbiamo una proprietà molto forte e in questo periodo di difficoltà questo assume molta importanza. Adesso il Milan può guardare avanti con fiducia.
Personalmente voglio far parte di questo Club e del suo ritorno in alto. Con orgoglio, vorrei dire che mi sento un tifoso del Milan, che sono un milanista. Questa non è sfida finanziaria, questa è una sfida personale, è una sfida della mia vita. Io sono un tifoso del calcio, e il Milan rappresenta qualcosa di unico.
Razzismo? Tutti noi dobbiamo migliorare. È un problema che esiste in Inghilterra, negli Stati Uniti. Ma è importante, perché il calcio guida la società.
In UK, negli USA, gli stadi sono la base dello sport moderno. È un dovere pensare non ad oggi ma a domani, a 10 anni, 20 anni. I tifosi del futuro meritano un Club che trasmetta orgoglio e il Milan ha la possibilità di vivere la sua storia ancora. È necessario avere uno stadio per Milano e per il Milan, di cui possiamo essere orgogliosi.
Il derby scudetto? Noi siamo all’inizio del percorso, non alla fine. Non parlo di scudetto perché questo non è un progetto per questa stagione, è a lungo termine. Faccio errori, e ne farò altro, ma prometto che tutto quello che faccio lo faccio per il Milan.”