Clarence (forse) e Pippo, l’addio a San Siro domenica

Dopo l’amara conclusione della lotta scudetto che ha visto trionfare la Juventus a scapito del Milan, domenica a San Siro andrà in scena la “classica” partita di fine stagione tra due squadre, Milan e Novara, che null’altro hanno da chiedere alla massima serie. Due situazioni diverse che vedono i padroni di casa saldamene al secondo posto ed i piemontesi ormai aritmeticamente condannati alla serie cadetta.

Sembrerebbe, dunque, una partita senza motivazioni, almeno sulla carta, una di quelle che si trascinano stancamente dal primo al novantesimo minuto, ma, per alcuni giocatori rossoneri, non sarà un match come gli altri: questa sarà l’ultima gara che giocheranno con la maglia del Milan. Due nomi su tutti? Inzaghi e Seedorf.

Arrivati al Milan rispettivamente nel 2001 e 2002, sono i giocatori che rappresentano più di tutti il fantastico “ciclo ancelottiano”, quello che, per intenderci, ha portato alla squadra milanese 2 Champions League ed uno scudetto, oltre a due supercoppe europee e ad una coppa del mondo per club. Sono due, insomma, che hanno fatto la storia, o meglio, sono la storia, la storia del club più titolato al mondo, la storia del Milan.

In scadenza di contratto il 30 Giugno prossimo il rinnovo appare davvero lontano. Inzaghi ha vissuto un anno ai margini tra infortuni e tribune Allegri gli ha concesso davvero poco spazio facendogli capire, inequivocabilmente, che lui non lo riteneva più fondamentale per la squadra, tanto da spingerlo, a Gennaio, a valutare la proposta avanzata dal Siena che voleva puntare su di lui per assicurarsi la salvezza. Alla fine non se ne fece più nulla per il suo amore per il Milan i titoli di coda, adesso, sembrano inevitabili. Seedorf, dal canto suo, anche quest’anno ha trovato spazio giocando, spesso e volentieri, in un ruolo, la mezz’ala sinistra, che, nonostante non gli piaccia, lo vede esprimersi sempre con carattere, un giocatore che, quando conta, c’è sempre.  Tuttavia negli ultimi tempi, colpa anche di una squadra che non girava come doveva, ha avuto qualche screzio con Allegri che, nelle ultime partite, non lo ha nemmeno più convocato sancendo, così, la chiusura della sua esperienza a Milanello.

Dopo più di 10 anni in rossonero, domenica, nel loro stadio, quasi certamente andrà in scena la loro ultima partita con la maglia alla quale tanto lustro hanno portato, l’ultima partita da giocatori rossoneri. Di Sicuro c’è il fatto che ci mancheranno i loro gol, le loro esultanze, le loro giocate, i loro assist, in una frase: il loro essere fuoriclasse. Il tributo, allora, sarà d’obbligo, quanto sarebbe bello vedere un San Siro strapieno, nonostante il caldo e la scarsa importanza del match, 80000 persone che, in coro, stiano lì per dire: <<Grazie!>>.

Addio, quindi, al campo, ma non al Milan, a quello, magari, arrivederci, perché due persone come Pippo e Seedorf, due uomini come loro, non possono essere lasciati fuori, come detto prima, loro sono la storia, e, in quanto tali, vanno trattati. Si potrebbe pensare, magari, ad un ruolo in società un domani, quando, entrambi, avranno appeso gli scarpini al chiodo. Fino ad allora godiamoci questi due campioni, salutiamoli come si meritano, con 80.000 persone che, in coro, gli dicano: Grazie!.

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