Stando ai numerosi programmi tv, ai giornali e ai commenti degli “esperti” siamo già esclusi dalla lotta scudetto. I numerosi infortuni, la “quiete” prima della tempesta in casa Milan, i tanti, troppi punti di domanda per quanto riguarda giocatori in scadenza di contratto e allenatore che stride, un’ altra volta, con la linea che si intende seguire in Via Turati.
I rossoneri sono arrivati in terra senese con un solo risultato utile a disposizione e, udite udite, l’ hanno portato a casa. Un risultato che spiazza via tutti i commenti di coloro che volevano un Milan in crisi, psicologicamente a terra. Un poker volto a zittire tutte quelle chiacchiere che ormai lo danno per spacciato, senza nemmeno tanto onore.
71% di possesso palla per la squadra di Allegri e 8 tiri in porta. Questa è la squadra “finita”, spompata. Una squadra che ha dimostrato di saper reagire, come sempre nelle situazioni in cui viene richiesto di dare il massimo. Un importante gol di Cassano, che per una frazione di secondo mette da parte la sola idea di “volata scudetto” e fa sorridere con tenerezza e orgoglio per un uomo che da poco tornato a giocare ha già fatto la differenza. Questo per coloro i quali pensano che il cuore non abbia importanza alcuna.
Oggi in campo si è visto il Milan, quella squadra che se offesa sa rispondere, sa rialzarsi. L’asse Ibrahimovic- Cassano ha saputo essere devastante, ancora una volta. Il Siena si disunisce dopo ( a onor del vero) una buona partenza.
Abbiamo visto un gruppo di nuovo unito a lottare per uno e uno solo scopo, tre punti che valgono oro, tre punti che non lasciano volare la Juve. A decidere l’ incontro sono due minuti incredibili nel primo tempo in cui proprio Ibra e Cassano hanno illuminato una partita che sembrava iniziata con un piattume preoccupante. Sugella il risultato lui, l’ uomo “salvezza”, Nocerino. Con il 3 a 1 il Milan mette il risultato in cassaforte. Ci pensa poi Ibra a scacciare ogni dubbio, raddoppia e il gioco è fatto.
A questo punto, qualora dovessimo perdere lo scudetto, farà ancora più male.