Non sarà un bel Natale – sportivamente parlando – per i tifosi del Milan, che qualche ora fa sono stati costretti ad assistere ad uno spettacolo indegno, quello messo in scena dai rossoneri in quel del Gewiss Stadium di Bergamo. Un 5-0 senza appello e senza un tiro in porta da parte di Romagnoli e compagni, surclassati per tutti i 92 minuti da un’Atalanta oggi lontana anni luce. La portata della sconfitta la indica anche la statistica secondo la quale quella di oggi è la sconfitta esterna più pesante della nostra storia, a pari merito con un 5-0 subito a Roma nel 1998 con Capello allenatore.
Quando si perde in questa maniera, e si vive l’ennesimo Natale col fegato amaro, non c’è nessuno che può andare esente da colpe, dentro e fuori dal campo. La società rossonera – a partire dai Singer per continuare ai dirigenti – sembra troppo distante dai reali problemi del club, eccessivamente “distratta” da fattori extra-campo quali la questione stadio, le sfilate e le amichevoli di vecchie Glorie, ma anche l’andare dietro al 38enne Ibrahimovic, che da un mese a questa parte fa il prezioso senza degnare i club interessati di una risposta sul suo futuro. A fine gara, quantomeno Boban ci ha messo la faccia, definendo “imbarazzante” la prestazione e “minacciando” provvedimenti in queste feste (“Riposarsi? Mica tanto, non sarà un bel Natale“). Ora lui, Maldini e Massara dovranno non sbagliare nulla in sede di mercato, per provare quantomeno a dare un senso alla seconda metà di stagione.
La domanda che molti tifosi milanisti – sottoscritto compreso – si sono posti durante il lunch match di quest’oggi è stata “Ma cosa hanno preparato in settimana a Milanello?“. Perchè una sconfitta ci può stare, soprattutto in casa di un’ottima squadra, ma non in questo modo, senza fare un tiro in porta e trovandosi sempre in balia dei nerazzurri. Un problema triplice: innanzitutto tattico, perchè il finto 4-3-3 senza esterni di ruolo e col centravanti (che sia Leao o Piatek) sempre isolato là davanti, ha francamente stancato, ed è bene che in queste due settimane di sosta Pioli lavori su alternative concrete; in secondo luogo tecnico, con una miriade di errori elementari in fase di palleggio; infine, psicologico, perchè i calciatori rossoneri si sciolgono come neve al sole alla prima difficoltà.
La speranza, perso per perso, è che si sia raggiunto veramente il punto più basso degli ultimi otto anni e da qui si possa solo che risalire, anche se lo spettro del “vorrei ma non posso” aleggia pericolosamente sulle teste rossonere…