Tra i migliori acquisti in un bilancio medio di tre sessioni di mercato sotto l’ombrello di Elliott, Lucas Paquetà e Kris Piatek si sono via via sbiaditi. Fin quasi ad essere cancellati nelle gerarchie come accaduto, ad esempio, all’ormai ex Pistolero polacco. Acquistati a gennaio e inseriti rapidamente negli schemi del Milan di Rino Gattuso, i due giocatori hanno pian piano calato il loro rendimento. Se il brasiliano ha avuto qualche sfortuna anche a livello fisico e poteva vantare l’attenuante dell’impatto con l’Italia, per il polacco ormai gli alibi stanno a zero.
Anche Stefano Pioli ha sferzato Paquetà: “Deve fare di più”, le parole alla vigilia di Milan-Spal. Vittima ancora di un’identità tecnica da afferrare, il brasiliano anche ieri ha alternato momenti up ad altri down, sfiorando anche il gol che avrebbe consentito ai rossoneri di mettere in cassaforte il risultato senza patemi. “Quando ricevi troppe informazioni resti un po’ confuso, ma con lui è tutto chiaro e gli piace essere chiaro”, ha detto lo stesso Paquetà nel dopo partita elogiando l’allenatore. Resta che la sua collocazione in campo sia un tabù. E pure il progressivo venir meno della brillantezza mostrata tra gennaio e febbraio scorsi.
Su Piatek si è detto tanto. Anche troppo. Ieri è tornato titolare, dopo due panchine consecutive. Ha avuto il merito di essersi procurato la punizione che Suso poi ha trasformato in gol-partita, ma resta i dubbi e una certezza: non è più quello della scorsa settimana, considerando la facilità con cui trovava la via del gol sia con la maglia del Genoa che con quella del Milan. Domenica contro la Lazio tornerà Leao dal primo minuto? Difficile che il polacco abbia convinto pienamente Pioli con la prestazione contro la Spal. Il suo borsino, come per Paquetà, è in caduta libera.