“Ritmi e tempi diversi”: in società ci si piglia sempre meno

E’ evidente come oggi all’interno della dirigenza del Milan si suonino spartiti diversi. “Questione di ritmi e tempi diversi”, aveva non a caso dichiarato Zvone Boban al Financial Times. Ora qualche nodo sembra esser venuto al pettine, come testimoniato dall’intervista di Paolo Maldini a Sky che ha suscitato non poco clamore. Di fatto, il direttore tecnico ha fatto emergere quanto si sapeva: nel Milan ci sono mondi che si comprendono poco.

Alle parole di Maldini non è seguita alcuna replica da parte della proprietà. Elliott mantiene il silenzio, forse domani arriverà qualche parola dall’amministratore delegato Ivan Gazidis nel corso dell’Assemblea dei Soci, dove i piccoli azionisti proveranno ad incalzarlo. Gennaio si avvicina e sul mercato non ci saranno a disposizione più fondi di quelli messi a disposizione la scorsa estate. Servirebbe qualche giocatore d’esperienza (il sogno Ibra), ma Maldini e Boban dovrebbero convincere la proprietà che, invece, sposa in toto la linea dei giovani: “L’idea di ringiovanire la squadra è condivisa, come è condivisa quella che nessuna squadra giovane ha vinto campionato o Champions”.

Un nemico comune a tutti (Elliott, Maldini e Boban) è il Fair Play Finanziario. Elliott non si schiererà mai contro l’Uefa e, finchè ci sono questi paletti, il fondo di Singer non potrebbe ricapitalizzare senza regole. A meno che non si voglia rimanere fuori dall’Europa per altre stagioni, com’è avvenuto quest’anno con la rinuncia alla partecipazione all’Europa League. L’impresa è ardua, visto che in questo quadro ci sono ricavi commerciali in diminuzione e un costo del lavoro in aumento. Qualcosa dovrà succedere.

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