Quella che sta per terminare è stata una settimana importante in casa Milan, una settimana che ha portato all’esonero di Marco Giampaolo e all’arrivo di Stefano Pioli sulla panchina rossonera. Un avvicendamento che ha fatto storcere il naso alla stragrande maggioranza di tifosi rossoneri che, nonostante chiedessero a gran voce l’esonero del tecnico abruzzese, si aspettavano ben altro profilo per ricoprire la carica rimasta vacante. Le ore convulse che si sono susseguite alla certezza dell’esonero e hanno preceduto i primi contatti con Pioli, inoltre, sono state caratterizzate dal flirt tra il Milan e Luciano Spalletti e dal dialogo fitto ed intenso tra lo stesso ex tecnico interista e i dirigenti milanisti. Profilo, quello del tecnico toscano, che convinceva la piazza e la critica e veniva visto come il candidato ideale per cercare di riportare il Milan in alto già da questa stagione. Problemi di natura economica con l’Inter, però, hanno fatto saltare tutto, hanno costretto Boban e Maldini a guardarsi intorno e a scegliere l’ex tecnico di Fiorentina e Lazio per guidare il Diavolo. Così è partita la rivolta dei tifosi, soprattutto sui social con l’hastag #Pioliout che ha spopolato sui social.
Un malcontento generale si è scatenato su proprietà e dirigenza rossonera verso la quale sono piovute critiche di ogni tipo, non solo da parte dei tifosi, ma anche da addetti ai lavori e opinionisti. Tutto molto comprensibile se si pensa alla storia del Milan recente, alla mancanza di risultati ormai quasi decennale e al disastroso inizio di stagione. Vedere la luce infondo al tunnel è diventato quasi impossibile, ma uno sforzo bisogna farlo e si deve riuscire a restare uniti e ad avere pazienza. Così come, non si può prendersela con un allenatore che è appena arrivato e al quale deve essere data la possibilità almeno di cominciare il proprio lavoro. Stefano Pioli è una persona seria ed un allenatore preciso, pragmatico, competente e preparato e, nonostante i tanti esoneri in carriera, ha anche ottenuto dei risultati importanti. Bisogna partire da un dato di fatto, intanto. Pioli è subentrato a stagione in corso diverse volte in carriera ed un’impronta alle sue squadre è sempre riuscito a darla, migliorandone i risultati e portando serenità e freschezza. Anche nell’Inter, dove fu poi esonerato a Maggio dopo i soli due punti conquistati in sei partite e una qualificazione europea ormai sfumata, fece molto bene dopo il suo arrivo durante la pausa per le Nazionali di novembre e riuscì ad inanellare nove vittorie consecutive, portando la squadra a tornare a credere in una qualificazione Champions che, dopo il disastroso avvio con De Boer, sembrava un miraggio.
A conferma del buon impatto che di solito Pioli riesce ad avere con le sue nuove squadre ci sono soprattutto i risultati ottenuti con Lazio e Bologna che poi restano i migliori in carriera. Nell’estate del 2014 il neo tecnico milanista viene chiamato da Lotito a sedere sulla panchina biancoceleste. Dopo un’avvio un po’ complicato riesce a portare la sua squadra in finale di Coppa Italia, poi persa contro la Juventus, e a guidarla addirittura fino al terzo posto, ottenendo una qualificazione in Champions che mancava da otto anni e, ad oggi, resta l’unica delle ultime dodici stagioni. Quel terzo posto, inoltre, resta il miglior risultato dei laziali in campionato dalla stagione 2006/2007 ad oggi. Nella stagione successiva purtroppo non si ripete e viene esonerato ad aprile sostituito dall’attuale tecnico, Simone Inzaghi. Stesso discorso a Bologna, dove ad ottobre 2011 viene chiamato a sostituire Bisoli e porta i felsinei fino al nono posto in classifica, miglior risultato in Serie A dal 2002 ad oggi. L’anno successivo si ripete e arriva un’altra salvezza con un 13esimo posto, fino all’esonero che arriva nella stagione successiva (2013-2014). Anche con la Fiorentina la storia si ripete e dopo l’ottavo posto ed una qualificazione europea sfiorata due stagioni fa, si dimette nell’aprile scorso dopo sue mesi senza successi, ma lasciando nelle mani di Montella una squadra in semifinale di Coppa Italia. Insomma, Pioli viene già descritto come il nuovo capro espiatorio del Milan, ma la storia non è già scritta, soprattutto se società e squadra decideranno di seguirlo ed entreranno in sintonia con lui.