di Matteo Occhiuto – Quarti per un’ora, poi la catastrofe. Si potrebbe riassumere cosi la notte dell’Olimpico Grande Torino di Giampaolo e soci. Il Milan, infatti, perde ancora, dopo esser stato avanti dal 18esimo del primo tempo fino alla doppietta, di rabbia e furore agonistico, griffata Andrea Belotti. Un ko, a differenza di quello maturato nel derby, immeritato, per quanto espresso e per quanto sprecato, sotto porta, fra demeriti propri e parate di Sirigu, nell’arco del match.
Le scelte: ancora Leao
Il derby – o le perplessità di Boban? – convince Giampaolo che, dopo i primi tre turni di naftalina, punta nuovamente su Rafael Leao. Il portoghese compone la coppia con Piatek, assistita da Suso. Prima da titolare anche per Theo Hernandez, che relega in panchina Rodriguez. Nel Toro, invece, rientra Lyanco in difesa, con il duo Zaza-Verdi insieme a Belotti sin dal primo minuto.
11 metri di felicità
Il primo quarto d’ora è tutt’altro che un inno al bel calcio. Mazzarri e Giampaolo si studiano, cercando di limitare al minimo gli errori tattici. L’errore, però, arriva ed è individuale al minuto sedici: De Silvestri taglia la corsa di Leao su un traversone di Suso: il portoghese va giù sul dischetto, Giuda lo indica, Piatek lo battezza fulminando Sirigu. Secondo penalty consecutivo segnato e Milan avanti.
IncoraggiaMilan
Lo 0-1 galvanizza Piatek e soci, che sfiorano istantaneamente il raddoppio: prima con Kessiè, poi con Leao e poi con lo stesso polacco. Mazzarri si sbraccia, Giampaolo applaude convinto con il match che scivola tranquillamente verso il termine della prima frazione senza che il Toro anche solo riesca a provare l’incornata al Diavolo. Almeno fino al minuto di recupero numero 4: uscita a vuoto di Donnarumma su un pallone profondo, con Belotti che, a porta sguarnita, non trova la rete calciando male dalla lunetta dell’area rossonera.
Coast to coast
Il primo tempo si apre con il parziale riscatto di Donnarumma, bravo a murare il tentativo defilato di Ola Aina. E, subito dopo, il Milan accarezza nuovamente l’idea dello 0-2: Romagnoli spacca la difesa del Torino con un coast to coast d’altri tempi e serve a Piatek un altro rigore, stavolta in movimento. Dal dischetto, stavolta, il polacco non è preciso: pallone che sfiora il palo e termina sul fondo.
Chiusura e rischi
Da lí in avanti, è il Torino ad avere il predominio territoriale: i granata premono alla ricerca del pareggio, avvicinandosi in maniera sostanziale al 62esimo grazie alla verve agonistica di un Belotti mai domo. È Musacchio ad evitare il peggio, salvando sulla linea un pallone che stava per esser spinto in rete da Zaza. Il Milan prova ad andare in contropiede, ma solo Theo Hernandez riesce ad impensierire la granitica retroguardia piemontese.
La cresta della rimonta
Il disastro, però, si materializza in soli 4 minuti. Tanti ne bastano a Belotti per rivoltare la partita e la difesa rossonera. Il capitano granata prima pareggia al culmine di un’avanzata personale imperiosa, perforando con un destro potente le mani di un non incolpevole Donnarumma; poi, completando l’opera, ribadisce in rete, in tap-in acrobatico, una respinta corta del 99 rossonero su tiro di Zaza. È 2-1, con Mazzarri che ribalta Giampaolo.
Kessie cestina, il Toro vince
L’unico, sporadico, accenno di reazione arriva in extra-time. Prima con Kessie che si inventa una splendida azione personale nell’area di rigore di Sirigu. L’ivoriano fa tutto bene, fino al tiro: da 0 metri, praticamente, il 79 spara in curva, in un’occasione più facile da finalizzare che cestinare. Poi è Sirigu a murare clamorosamente il tentativo, di testa, a botta sicura, di Piatek. Passata la paura, per il Torino arriva la gioia del triplice fischio e dei 3 punti.
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