“Battere il ferro finche è caldo” recita un famoso proverbio, tuttavia bisogna considerare anche la dura realtà. Quale? Semplice, bisogna essere realisti e capire che se una certa cosa non funziona, è inutile insistere. Alle volte però la forte fiducia in certe capacità, spinge a lottare e a combattere per le proprie credenze senza riserve. Sembra questo il monito di Marco Giampaolo, primo discepolo della religione del trequartista. Un credo che vuole instillare nella rosa rossonera, senza se e senza ma, in quanto crede possa essere la strada giusta da seguire. Sin qui, tuttavia, il gioco mostrato e le partite giocate lo sconfessano. Il fedele Marco, tuttavia, non molla e come un missionario ante litteram cerca di spiegare ai selvaggi rossoneri che il 4-3-1-2 è la combinazione per raggiungere il paradiso della rinascita rossonera.
Tra suggestione e dura realtà, è difficile confrontarsi specie se il popolo a cui lo spieghi, ovvero la tua rosa, non ha le capacità adatte per comprenderti. La squadra rossonera per quanto sveglia e volenterosa, ha dimostrato di non essere adatta all’idea di calcio rossonero di Giampaolo. Troppo presto per dire ciò? Forse sì, tuttavia la quotidianità va a sostenere questa tesi. Suso è stato un ottimo trequartista nella tournée estiva quando le marcature erano meno intense, poi come smarrito si è andato a rifugiare nella sua zona di comfort: l’esterno. Piatek da prima punta egoista non se l’è sentita di condividere l’attacco con qualcuno e ha smesso di fare gol.
Il lavoro per il missionario Giampaolo non è semplice perchè di fronte si trova una squadra volenterosa ma incapace di comprendere e questo è quasi peggio di una squadra totalmente ribelle. Battere il ferro finche è caldo è una sostanziale verità ma non in questo caso in quanto, in sole due partite, si è potuto vedere che il 4-3-1-2 è un esperimento difficile da attuare. Giampaolo, si sa, è uomo intelligente e lo saprà capire in modo tale da inculcare con altri modi (o moduli), il proprio credo calcistico e trascinare fuori l’infedele Milan dall’inferno della mediocrità.