Mauro Tassotti, ex difensore e storico allenatore in seconda del Milan, ha parlato oggi a Milan TV. Queste le sue parole.
Sul significato del derby: “Essere un protagonista del derby di Milano dal campo è qualcosa di straordinario, sia per chi ha avuto un vissuto come il mio nel Milan, ma anche per chi lo gioca per la prima volta. E’ la partita delle partite. La cornice è fantastica, i protagonisti sono quasi sempre di grandissimo livello. Quasi sempre ci si scontra per qualcosa di importante, non solo per la supremazia cittadina”.
Sul derby del cuore: “Non è un derby che ci ha fatto vincere qualcosa, ma è quello vinto grazie ad un colpo di testa di Hateley. L’allenatore era Nils Liedholm e vincemmo 2-1. Ad un quarto d’ora, venti minuti dalla fine, arrivò un cross di Virdis e Mark fece un’elevazione fantastica, fece un colpo di testa che sembrava quasi un tiro al volo con il piede, perchè la palla andò in rete con una grandissima forza. Stava nascendo un Milan diverso, dopo anni difficili. E quella partita ci aiutò a capire che il Milan stava tornando ad essere un Milan importante”.
Sul rapporto con i tifosi: “E’ sempre stato un rapporto di supporto, lo hanno sempre fatto per tutta la mia carriera qui. Io ho fatto i primi 2 anni nella Lazio e poi ho fatto tutta la mia carriera al Milan. C’è stato un rapporto molto lungo, prima da giocatore e poi da allenatore in seconda con tanti tecnici. Mi sono sempre stati vicini, anche in momenti della mia vita molto difficili. Mi hanno anche dato conforto in certi momenti”.
Sui riti scaramantici quando era giocatore: “Anche il calciatore non scaramantico, come me, vive di una certa routine, che tende a ripetere quando vince. Se tendi ad entrare dietro a Baresi e vinci, ad esempio, tendi a ripeterlo. Viceversa se non vinci. Oppure ti metti seduto vicino allo stesso compagno sul pullman. Cerchi sempre la routine vincente”.