Esce Allegri, entra Guardiola. Fantacalcio? Forse. Di sicuro è la pazza idea venuta in mente al presidente e proprietario del Milan Silvio Berlusconi. A cui sta ancora pensando, a due settimane dall’esclusione dalla Champions proprio ad opera del Barcellona. Berlusconi però non calcola due variabili di non poco conto.
La prima riguarda ovviamente l’aspetto economico. Come pensa il patron rossonero, anche se sciolto da incarichi di governo, di riuscire a sborsare una cifra che si aggiri tra gli 8 e i 10 milioni di euro? Ricordiamo che Allegri ha rinnovato il suo contratto lo scorso gennaio, per 2 milioni e mezzo più bonus, con scadenza il 30 giugno 2014. C’è una bella differenza. In più, quando si vociferava di un Moratti interessato, le cifre di cui si parlava per strappare Pep al club catalano si attestavano sui 20 milioni. Insomma, un affare molto esoso in questo momento, anche se il valore tecnico e umano di Pep è indubbio (campione del mondo 2009 e 2011, il suo Barca giudicato da molti la squadra più forte della storia).
La seconda variabile: come la si mette con Zlatan Ibrahimovic? Lo svedese e lo spagnolo sono stati giocatore e mister al Barcellona nella stagione 2009/2010. Ibra i suoi gol li ha comunque fatti (21 gol in 45 partite totali), ma tra i due non è scoppiata la scintilla. Anzi, per essere precisi, di scintille ce ne sono state, ma non di intesa, bensì di nervosismo e sguardi truci.
Il rapporto si è logorato mese dopo mese, Ibra non riusciva ad esprimersi come sapeva (nonostante i 21 gol) e ad agosto 2010 l’uno non voleva più far giocare l’altro (anche perché aveva una squadra corale, fatta apposta per girare attorno ad un solo fuoriclasse assoluto, Lionel Messi, e non due) e l’altro voleva andarsene.
Quindi la rottura, il ritorno dopo un anno a Milano, sponda rossonera, lo scudetto, e l’uscita in libreria della sua biografia ufficiale, edita da Rizzoli.
In Io, Ibra Zlatan non ha lesinato commenti al veleno verso l’ex tecnico spagnolo, definendolo più o meno implicitamente uno senza attributi, capace di imporsi solo perché il Barca è “una squadra di scolaretti”.
Lo sbarco del marziano Pep sulla panchina del Milan è sicuramente suggestivo e aprirebbe nuovi scenari, soprattutto in Europa, dove il Milan è a secco da 5 anni e dove vuole al più presto tornare a vincere.
Ma lo stesso arrivo di Guardiola non è compatibile con il tesseramento all’ AC Milan di Zlatan Ibrahimovic. Forse lo sarebbe stato fino allo scorso novembre, ma la pubblicazione del suo libro ha tolto ogni possibilità a tale convivenza.
Poi nel calcio non si può mai dire, abbiamo visto tutto e il contrario di tutto. E Zlatan per il Milan è più che essenziale, e di certo non è il fuoriclasse subalterno che invece era quando vestiva blaugrana.