Purché non sia un rimpianto. André Silva è vicinissimo al Monaco. Ieri ha salutato la squadra ed è tornato dagli Stati Uniti a Milano, dove farà tappa prima di andare nel Principato dove finalizzerà il trasferimento. Dalla vendita del portoghese il Milan ricaverà 30 milioni (otto di plusvalenza, ndr) e potrà concentrarsi sul mercato in entrata.
Nel 2017 è arrivato dal Porto per 38 milioni di euro con la benedizione di Ronaldo. Per lui CR7 aveva speso parole al miele: “quando lascerò il Portogallo sarà in buone mani”. Ma in rossonero Silva non ha lasciato traccia. Solo due gol in campionato e otto in Europa League, prima del prestito al Siviglia. Montella prima e Gattuso poi non l’hanno mai visto. Prima Kalinic e poi Cutrone gli hanno sempre chiuso lo spazio. Decisamente troppo poco per un ragazzo pagato così tanto. Eppure qualche bel colpo il ragazzo l’aveva fatto vedere. Prestante fisicamente e dotato di grande tecnica, ma non ha mai avuto il mordente giusto per affrontare la Serie A. Non gli è mai stata concessa fiducia ed è stato utilizzato con il contagocce, cosa che gli ha impedito di trovare continuità. Sono solo sette le presenze da titolare su 24 in Serie A, mentre in Europa League quasi è partito quasi sempre titolare, ma contro squadre modeste. Troppo poco per capire il vero valore del giocatore e per ammirare il talento espresso in Portogallo. I due gol (decisivi) contro Genoa e Chievo rimarranno le uniche due firme nel campionato italiano.
Eppure, nel Milan che promette Giampaolo disegnato sul gioco qualitativo, Silva per caratteristiche avrebbe potuto fare comodo alla squadra, agendo da seconda punta per girare intorno a Piatek e buttarsi negli spazi creati dal polacco. Nel caso sia stata la società a volerlo cedere, non ha ritenuto Andrè adatto per quel ruolo. Diverso il discorso se prendiamo il bilancio, questi 30 milioni sono ossigeno per le casse del club. Cambia ancora la musica nel caso in cui sia stato il portoghese a chiedere la cessione, non ritenendo sufficienti le rassicurazioni del club. L’età è tutta dalla sua parte. Ha 23 anni e tutto il tempo per dimenticarsi e far dimenticare questi ultimi due anni. Anche a Siviglia non rispettato le attese. Partito fortissimo, anche una doppietta al Real, si è gradualmente spento tanto da non meritare la riconferma in Andalusia.
La valigia ormai è chiusa e verrà riaperta a Montecarlo, dove Andrè Silva cercherà di scrollarsi di dosso quella fastidiosa etichetta di sopravvalutato. Il Milan farà sicuramente l’un bocca al lupo al suo (ex) giocatore con la speranza, però, che non diventi un rimpianto per non aver creduto in lui e non averlo aspettato. Specialmente ora che il modulo lo avrebbe potuto premiare come titolare e il tipo di calcio che si vuole offrire è simile a quello con il quale è cresciuto.