Krunic arruolato, forse Bennacer. Il pupillo Praet. Il dilemma shakespeariano Veretout o non Veretout. L’ormai ex e infondato tormentone Torreira e il sogno Caballos destinato a rimanere tale. Il mercato si è aperto da poco più di dieci giorni e di nomi a centrocampo se ne sono fatti tanti. Quello di cui i più si sono dimenticati – speriamo non da Marco Giampaolo – è quello di Bonaventura, di cui il Milan ha sentito una mancanza tremenda nella seconda parte della stagione da poco conclusa.
Che Jack debba obbligatoriamente finire nella lista dei primi “acquisti” – per così dire – estivi è una legittima e naturale conseguenza del sistema di gioco che con ogni probabilità il nuovo mister rossonero adotterà e che finora è stato cavallo di battaglia della sua carriera, un 4-3-1-2 che oltre alla spinta dei terzini prevede un consistente lavoro di inserimento da parte delle mezze ali, che con Gattuso invece si sono viste più sacrificate in fase di copertura. E con tutto il rispetto per Krunic e compagnia cantante, chi meglio di lui: 24 gol e 15 assist in tre stagioni e mezza – di fatto – con la maglia rossonera, se non possono considerarsi numeri da attaccante, poco ci manca. Per questo motivo Veretout e Bannacer, prima ancora di Praet o chi per lui, devono essere i primi obiettivi della dirigenza milanista: la soluzione alla penuria di incursioni e di reti si trova già in casa.
Ma al di là di quello che può essere l’apporto tecnico, tattico e prolifico del giocatore ex Atalanta, Bonaventura si rivelerebbe – dovesse partire Biglia, con Abate, Zapata e Montolivo salutati una volta per tutte – un’importante risorsa per il tecnico, una fonte di esperienza e saggezza indispensabile fuori e dentro il campo. E non solo, anche e soprattutto emblema di un milanismo che – tra “cose formali” e campagne acquisti last minute di leonardiana memoria – si è andato perdendosi e che si sta cercando di ricostruire solo dietro le scrivanie.
Testa e cuore (rossonero), il favoloso mix di Jack. Un Jack che mister Giampaolo deve necessariamente giocarsi, come accanto ad un asso sul tavolo del casinò.
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