E’ notizia di due giorni fa che il TAS ha convalidato e reso efficace l’accordo più o meno obbligato tra Milan e UEFA per sanare le infrazioni relative ai due trienni 2015-17 e 2016-18. Il club di via Aldo Rossi, rinunciando alle coppe nella prossima stagione, avrà così un anno in più – il 2022 – per portare in positivo o quantomeno a zero il bilancio soggetto al FFP. A fare un assist ai rossoneri però non solo i Tribunale Arbitrario: a mezzanotte di oggi chiuderà l’esercizio relativo all’annata 2018/19, che con sé metterà fine a tanti assurdi e pesanti ingaggi che in queste ultime stagione hanno contribuito alle sventure finanziarie del Diavolo.
Già, non solo Montolivo, Abate e Zapata, che ha già ufficialmente trovato un nuovo accordo con il Genoa: da domani – o meglio, tra poco più di quattro ore – 1 luglio anche Andrea Bertolacci e José Mauri non saranno più giocatori del Milan e soprattutto pagati dal Milan. Cosa significa questo? Per farla breve, un alleggerimento annuale del monte ingaggi di 21 milioni di euro. Che non è roba da poco. L’ex capitano rossonero – con i 7 milioni lordi che costava ogni stagione alle casse milaniste – era in vetta alla classifica dei più pagati della gestione Berlusconi-Galliani, ma non era l’unico a percepire stipendi quasi monstre.
Il flop di mercato del 2015 Andrea Bertolacci – pagato oltretutto 25 milioni per il cartellino – libera il Milan da un ingaggio da 4 milioni lordi, così come Ignazio Abate, mentre da 3 milioni Zapata e José Mauri, uno che in 4 stagioni ha registrato solamente 21 presenze, tra campionato e coppe. La società sta dunque cominciando a fare ordine e rimettere a posto i conti proprio partendo dai salari: nonostante la voce relativa al “tetto-ingaggi” imposto da Elliott non abbia ancora trovato fondamenti e conferme concreti, la strada intrapresa pare essere proprio questa.
Lo dimostra l’operazione Theo Hernandez, che vedrà il Milan sborsare 20 milioni cash per il prezzo del cartellino, ma una cifra modesta per l’ingaggio (circa 2.2 milioni all’anno, per 5 anni) che il francese si ridurrebbe rispetto a quanto percepito dal Real Madrid. Ma soprattutto il tentativo di cedere Gigio Donnarumma: il portierone classe ’99 – oltre ad essere uno dei pochi gioielli ambiti dai top club europei – costerebbe per altre due stagioni qualcosa come 24 milioni (28 se consideriamo anche lo stipendio del fratello) e per questo motivo pare inevitabile anche ai fini di bilancio un suo addio a Milanello.