Maldini: “Dopo Istanbul si faceva fatica a giocare e a dormire”

Il direttore tecnico del Milan Paolo Maldini ha rilasciato una lunga intervista a DAZN nella quale ha raccontato gli ultimi anni della sua carriera, soffermandosi soprattutto sulle due finali di Champions contro il Liverpool.

Queste le parole di Maldini: “Nella mia carriera ho perso una finale mondiale e una dell’Europeo all’ultimo secondo quindi di delusioni devo dire di averne avute. Ho perso tre finali di Champions, tutte molto dolorose. Quella di Istanbul pensavo che fosse la mia ultima, condirla con un gol e magari riuscire a vincere sarebbe stato bellissimo. Poi il destino mi ha dato l’occasione di farlo dopo due anni“.

Su cosa gli viene in mente dicendo Liverpool: “Soprattutto la prima, che abbiamo perso. È strano, ma è il ricordo più forte. Fu una finale molto particolare, eravamo avanti 3-0 e avevo fatto anche gol. Abbiamo dominato per 110 minuti su 120, ma non abbiamo vinto. Mi viene in mente quanto il calcio sia strano e particolare. Dopo Istanbul c’è stata una partita di campionato che nessuno voleva giocare e una vacanza dove pochi hanno dormito bene. La forza del gruppo però è stata che nel 2007 dopo una stagione non bellissima siamo riusciti ad arrivare in finale e vincere una partita ove avevamo tutto da perdere. La partita di Istanbul l’ho rivista dopo un anno e mi sono reso conto di quanto avessimo giocato bene. Il calcio è crudele“.

Gli ultimi hanno ha giocato con un ginocchio malandato: “Aver giocato la finale di Atene è stato un po’ un azzardo, però volevo esserci a tutti i costi perchè sapevo sarebbe stata l’ultima finale. La vedo come la fine della mia carriera, perchè poi sono andato ad operarmi in Belgio e gli anni successivi sono stati intensi, ma non così belli“.

Su Ancelotti: “Ha sempre fatto trasparire poco le preoccupazioni e molto le emozioni positive, nel 2007 facemmo fatica a qualificarci nel girone ma nel ritiro invernale ci dicemmo che avremmo dovuto provare a vincerla e nei momenti giusti tutti anno dato il massimo. L’auto convincimento in quel caso ha funzionato. Il Milan è sempre stata una squadra di alti e bassi, siamo stati in B ma poi abbiamo toccato vertici che nessuno ha mai toccato. Devo dire che mi piace questa mentalità qua perché anche se sbagli veramente tanto poi rimbalzi più in alto possibile“.

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