Gazidis ha avuto pochi dubbi: in seguito alle dimissioni di Leonardo, la scelta per il ruolo di direttore tecnico del Milan è prontamente ricaduta su Paolo Maldini, al suo secondo anno da dirigente. Paolo ha preso il suo tempo, fondamentale per una decisione di questo calibro. Da bandiera a dirigente: il passo era già stato fatto un anno fa, quando decise di intraprendere il percorso al fianco di Leonardo, nel ruolo di direttore dello Sviluppo Strategico Area Sportiva. Una carica piena di parole, ma di non immediata comprensione. Ora si parla di Direttore Tecnico, con pieni poteri e un peso decisionale imponente.
SÌ – La risposta sarà chiaramente positiva. Diciamo chiaramente perché risulta complesso immaginare un secco no da parte di Paolo. L’idea di Gazidis, infatti, risulta quella di garantire a tifosi, giocatori e tecnico una figura che rappresenti il Milan, meglio se il capitano più vincente, il giocatore che ha scritto pagine della storia del club. Il ruolo richiede delle responsabilità maggiori, una costante dedizioni al “lavoro da scrivania” e conoscenze importanti. Per questo, Maldini ha chiesto delle garanzie oltre che delle certezze. Difficile rifiutare una proposta del genere, un salto in avanti a livello professionale per Maldini e la possibilità di continuare a scrivere la storia del Milan, nero su bianco.
GARANZIE – Inevitabile da parte dello stesso Maldini la richiesta di garanzie e progetti che sono stati prontamente illustrati da Gazidis. Dopo giorni di colloqui, i due hanno trovato il punto d’incontro e Maldini sarà il nuovo direttore tecnico del Milan. Il bene del Milan viene prima di tutto, prima della carriera da dirigente, prima dei soldi e dei ruoli. Maldini lo sa bene e per questo ha dedicato, insieme a tutto il Milan, una settimana per organizzare al meglio i progetti futuri, a breve e lungo termine. Maldini ha detto sì probabilmente senza mai pensare al no, con garanzie e basi per riportare il Milan dove l’aveva lasciato.