Occhio Milan, l’Europa passa dai tuoi ‘ex’ e dai secondi tempi

Ma guarda un po’ che, quando meno te lo aspetti, il Milan potrebbe finire fuori dalla Champions per mano dei suoi ‘ex’ allenatori. Lo scorso dicembre era stato Filippo Inzaghi a fermare il cammino dei rossoneri a Bologna, nello 0-0 del Dall’Ara valso come partita più brutta della stagione rossonera (e forse del campionato). Ora potrebbero essere Mihajlovic e Montella a spezzare i sogni europei della squadra di Gattuso.

Mihajlovic esulta dopo un gol messo a segno dal Bologna contro la Sampdoria

Sinisa e il ‘resuscitato’ Bologna

Il Bologna di Sinisa sarà l’avversario che il Milan affronterà a San Siro la prossima di campionato. Una squadra, quella emiliana, nettamente lontana parente di quella vista fino a fine gennaio con Inzaghi, che rischiava seriamente la B. Con l’arrivo dell’allenatore serbo, le cose sono nettamente cambiate: la squadra corre, gioca a pallone, si diverte e non perde da cinque giornate (il 4 aprile scorso). Nelle ultime quattro sfide con Chievo, Fiorentina, Sampdoria ed Empoli sono 9 i gol messi a segno e solo 1 subito. Con i tre punti, i rossoblù avrebbero la certezza matematica di salvarsi, dato che ora sono 14esimi a 8 punti dall’Empoli terzultimo. Intanto Mihajlovic ha già lanciato il suo grido di battaglia: “Se le cose lunedì sera andranno come penso io, saremo salvi. Insomma, se c’è una squadra che piange (quella di Gattuso) e una che ride (quella di Mihajlovic), le premesse non sono positive. E se dal campo uscisse solo un mesto pari o una sconfitta, allora le porte per l’Europa rischierebbero di chiudersi quasi definitivamente.

Montella rabbugliato durante una sfida della sua Fiorentina

Montella e la Fiorentina da recuperare

Cinque giorno dopo, all’Artemio Franchi, sarà Fiorentina-Milan. E come anche i bambini sanno, vincere a Firenze non è mai facile seppur i Viola stiano passando il momento peggiore della stagione. Con l’addio di Stefano Pioli meno di un mese fa, alla guida è tornato Montella, di nuovo in Italia dopo la deludente esperienza spagnola con il Siviglia. I risultati, come era facilmente pronosticabile, non sono arrivati. Troppo difficile adattarsi subito al 3-5-2 ‘montelliano’ in poco tempo, specie se avevi da giocarti la finale di Coppa Italia contro una squadra di nome Atalanta. Un pareggio interno contro il Bologna (0-0) e tre sconfitte: l’ultima, deludente, nel posticipo di lunedì contro il Sassuolo (0-1); nel mezzo il ko dell’Allianz Stadium contro la Juve (2-1) e quello, appunto, di Bergamo con lo stesso risultato. I toscani sono 12esimi con 40 punti, non hanno più nulla da chiedere alla classifica, ma vogliono finire la stagione con onore. Quella del Franchi, alla fine, rischia di presentarsi come una sfida tra due squadre stanche, ‘incerottate’ e con l’umore a pezzi.

Il gol di Correa in Milan-Lazio di Coppa Italia

Occhio ai secondi tempi

Se a inizio 2019 il Milan aveva deciso parecchie sfide nei secondi tempi – conGenoa, Atalanta, Empoli, Chievo e Lazio – così non si può dire per le ultime gare. Già da prima della sfida di campionato vinta 1-0 (rigore di Kessié) contro i biancocelesti di Inzaghi, i rossoneri si erano fatti rimontare 2-1 dalla Juventus all’Allianz Stadium. Contro una formazione come quella di Allegri ci può anche stare. Ma i 5 punti persi nelle ultime due sfide, contro Parma e Torino, potrebbero aver ridotto drasticamente, se non definitivamente, le speranze rossonere. Senza dimenticare l’eliminazione in Coppa Italia contro la Lazio, arrivata per il gol di Correa al 58′. Troppe beffe, arrivate soprattutto nella frazione dove il Milan aveva deciso molte partite in stagione.

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