Barattereste la vittoria della Coppa Italia con l’ingresso in Champions League? Probabilmente il 99% dei tifosi rossoneri risponderebbe negativo. La verità è che l’una non escluda l’altra. Una vittoria stasera darebbe una svolta, oltre a ricaricare il morale e la fiducia di un ambiente – ad oggi – demoralizzato, con ripercussioni positive anche sul cammino in campionato. Viceversa, un’eliminazione spingerebbe la squadra in un baratro dal quale sarebbe un’impresa rialzarsi.
Stasera, di fronte si ritroveranno due squadre che hanno avuto un cammino molto simile, con due tecnici che hanno un destino appeso ad un filo. La stagione di entrambe è stata deludente, altalenante e gioco forza sotto le aspettative. Vero, il Milan è ancora artefice di sé stesso nella corsa Champions, mentre la Lazio pare tagliata fuori. Ecco, un motivo in più per temere i biancocelesti stasera. Due squadre che, quando obbligate a fare il salto di qualità, sono rimaste al palo. Ecco perchè la sfida è un derby tra deluse e disperate. La sconfitta nel derby ha tagliato le gambe ai rossoneri, che se non si fossero complicati la vita, ora sarebbe a pochi metri dal traguardo. Anche in caso di vittoria della Coppa, il paradosso per Gattuso è di non avere la certezza di restare, poiché il suo futuro dipende più dalle decisioni dei suoi superiori che probabilmente dai successi in panchina.
Caso opposto per Simone Inzaghi, che invece non ha il destino così segnato. Lotito ha dato il suo ultimatum ed in caso di vittoria della Coppa, salverebbe la pelle. Sia chiaro, non è tutta colpa dei comandanti. Loro hanno contribuito, ma le rispettive squadre non sono state spesso all’altezza. La “colpa” di Inzaghi è stata far troppo bene lo scorso anno, alzando automaticamente l’asticella, prima di essere tradito in questa stagione da chi lo aveva trascinato nello scorso (vedi Luis Alberto e Milinkovic).
Gattuso, invece, assomiglia ad un pokerista che spalle al muro gioca il suo all-in: tutto o niente. Per invertire un destino già segnato. Se anche la dirigenza non dovesse riconfermalo, con la Coppa in mano e il quarto posto conquistato, andrebbe via a testa alta, oltre che presentarsi sul mercato con un biglietto da visita di tutto rispetto. E la formazione di questa sera somiglia ad una carta della disperazione. Giocare la prima di tante partite decisive con un sistema inedito ed un giocatore utilizzato solamente contro dei dopolavoristi risulterà un azzardo? Se la mossa arriva da un tecnico refrattario ai cambiamenti e ancorato alle sue idee come Rino, qualcosa non quadra. Il messaggio è chiaro: Rino vuole un altro Milan, una reazione. O meglio, vuole “la bava alla bocca“, come ripetuto in conferenza. Più degli schemi, Rino sta provando a far leva sull’orgoglio dei suoi, alla ricerca di atteggiamento diverso, affidandosi a uomini che in questo momento possono dargli garanzie, di carattere soprattutto.