Tolti Montolivo e Strinic, fuori per ragioni opposte da un anno intero, Mattia Caldara è il giocatore di movimento del Milan con meno minuti in campionato. Eppure insieme a Paquetà è il giocatore che il Milan ha pagato di più per avere in rosa.
PERCHÉ NON HA GIOCATO
È evidente che aldilà dell’infortunio qualcos’altro non abbia funzionato nel suo primo anno in rossonero. In questo senso i fattori da tenere in considerazione sono essenzialmente due. Il primo dipende da lui: la sostanziale impreparazione tattica ai meccanismi di una difesa a 4. Fatto comprensibile in un ragazzo giovane, da sempre abituato a sistemi a 3. Il secondo dai compagni: posta l’inamovibilità del capitano Romagnoli, anche Musacchio si è reso a tratti piuttosto convincente per sicurezza e continuità di prestazioni. Due sbavature per l’argentino: la marcatura su Icardi nel derby d’andata e il fallo su Dybala a Torino. Si può dire che abbia sbagliato il momento, ma non che due errori possano macchiare una stagione indiscutibilmente positiva per l’ex Villareal.
PERCHÉ NON GIOCA
A livello di formazione la linea che Gattuso sta cercando di seguire da inizio stagione è quella della continuità: la fiducia a un blocco di titolari fissi, cambiati solo in caso di necessità. Così si è scoperto Bakayoko, si è confermato Borini e ha trovato spazio Reina. Il momento di Caldara forse sarebbe arrivato a metà girone di andata, di solito sono più o meno queste le tempistiche scelte dagli allenatori per dare modo ai nuovi di ambientarsi nel nuovo contesto ambientale e tattico. Purtroppo per lui l‘infortunio è arrivato al momento sbagliato e le conseguenze le sta pagando anche oggi che è tornato definitivamente in gruppo. Perché la lotta per la Champions è nel periodo più caldo dell’anno e Gattuso, che già prima era “ostile” alle novità, lo è ancora ora (comprensibilmente). Così si spiega la reiterata fiducia a Musacchio e l’ingresso di Zapata per Romagnolo contro la Lazio.
PERCHÈ GIOCHERÀ
Il futuro di Caldara ovviamente sarà da valutare in estate, anche se l’intenzione della società è evidentemente quella di puntarci. 35 milioni sono tanti, troppi per svenderlo dopo un anno e garantirsi una minusvalenza evitabile. A maggior ragione se parliamo di uno che in Serie A ha già dimostrato di saperci stare e il cui potenziale è a detta di tutti altissimo. Se il Milan non lo venderà, allora, è molto probabile che abbia intenzione di fare affidamento su lui dall’anno prossimo. Magari con due chiocce alle spalle, proprio come Zapata e Musacchio.