“Nuovo è sempre meglio”. Se siete dei fan della popolare serie TV ‘How I Met Your Mother’, questa frase la conoscerete sicuramente quale tormentone di uno dei personaggi più amati della stessa, Barney Stinson. Un pensiero che, oggi, si associa facilmente al binomio calcio-stadio. Arrivati nel 2019 il movimento pallonaro italiano si è quanto mai (e finalmente, diremmo) reso conto dell’importanza di investire e curare le strutture, nella fattispecie gli stadi.
Un break-point inspiegabilmente difficile da raggiungere, se si considera il livello delle strutture nel 90% degli altri paesi europei. Ma che, torniamo a ripeterlo, si è fortunatamente riusciti a raggiungere. Il lavoro di Juventus ed Udinese prima e Frosinone e SPAL poi, sarà a breve imitato da tanti altri club. A partire da Roma, Atalanta e Cagliari – con gli isolani che uno stadio nuovo anche se provvisorio l’han già costruito – l’Italia si prepara alla rivoluzione delle Arene italiane. Ed, in quest’ottica, anche la capitale economica del paese pare sia scesa in campo.
Si, Milano e, soprattutto, Milan ed Inter negli ultimi giorni hanno visibilmente accelerato nell’ideazione e progettazione di un nuovo impianto. Una struttura che rispecchi le ambizioni sportive dei due sodalizi meneghini, che avrebbe di certo 3 fondamentali ragion d’essere realizzata.
Ricavi
Un nuovo stadio – Gazidis docet – permetterebbe un incremento importante degli introiti. In Italia, volendo trascendere l’esperienza del dirigente russo, il fulgido esempio proviene da Torino sponda Juventus. L’esponenziale crescita del club bianconero è figlia di una grandissima gestione economico-sportiva, ma anche e sopratutto dei fatturati realizzati dopo l’inaugurazione del fu Juventus (ora Allianz, ndr) Stadium.
Modernità
Il secondo motivo che giustificherebbe la nascita di un nuovo stadio è quello di garantirsi un’arena moderna, in linea con gli standard odierni europei. Chiaramente, San Siro, che ha ospitato una Finale di Champions nel 2016, non è una struttura fatiscente o scomoda, ma la voglia di ri-presentarsi nell’élite del football con un nuovo gioiellino è comprensibilmente molto attraente. Vedere per credere, infatti, il nuovo Tottenham Stadium, una vera e propria gioia per gli occhi.
Proprietà. Anche se condivisa…
Il terzo motivo, banalmente, si riconduce al primo: oggi essere affittuari in uno stadio di proprietà del Comune non sembra proprio essere il massimo della vita per Milan ed Inter. Che, anche se condiviso, puntano ad avere un impianto di proprietà, da sfoggiare e gestire come bene del club.
Destino di San Siro
E, quindi, in estrema sintesi, il parere risulta essere positivo. Sì, Milan ed Inter devono costruirsi un nuovo stadio. Quello su cui, in questa sede, non trova condivisione è la ventilata ipotesi di vedere abbattuto San Siro.
No, quello sarebbe un abominio, senza sé e senza ma. San Siro, semplicemente, non può essere abbattuto. Perchè San Siro non è uno stadio, San Siro è un monumento, San Siro è storia, non solo calcistica, ma anche architettonica e milanese. Ed, allora, cosa fare?
Tanto per cominciare lo si potrebbe trattare come quello che è già: un museo calcistico, un gigantesco pezzo della storia italiana. E, da li, partire con il farne la casa del calcio del Bel Paese: rendere San Siro la casa della Nazionale sarebbe non solo idea sensata ma anche intrigante, sulla base di quello che avviene in Francia con lo Stade de France. Ed, ancora, sì al trasloco di Milan ed Inter in uno stadio moderno, magari più piccolo. Ma perché non pensare a due occasioni annue in cui entrambe si ritroverebbero nella vecchia casa, in poetici derby della Madonnina ospitati dalla Scala del Calcio?
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