Capita anche questo, che dopo esser tornati al terzo posto dal lontano 2013 si senta qualche mugugno per la prestazione – onestamente incolore – del Milan di Gattuso, forse la peggiore stagionale, rapportata anche all’avversario di caratura inferiore (sulla carta). Alla fine, comunque, l’urlo liberatorio, figlio di una sofferenza durata 90 minuti, ha cancellato qualsiasi fischio o non approvazione. Gli oltre 60 mila spettatori, che hanno riempito San Siro, si aspettavano qualche patema d’animo in meno, perché una squadra come il Milan ha spesso coniugato gioco e vittorie, ma in questo momento, quello di cui ha più bisogno la squadra – ci spiace ammetterlo per i palati fini – sono i tre punti.
SASSUOLO: UN VISTO CHAMPIONS
Questa è stata la vittoria più importante del campionato, perché immeritata e permette finalmente di guardare gli interisti (come ci mancavano quegli sfottò quotidiani) dopo 26 giornate dall’alto verso il basso: un divario impensabile da colmare durante le feste natalizie. Il Sassuolo di De Zerbi è come quello di Di Francesco, non ha niente a che vedere con la mentalità delle piccole italiane: se la gioca con tutti in ogni campo. Il Sassuolo è un esame Champions, lo sa bene anche l’Inter. Il capitombolo alla penultima giornata dello scorso campionato, se non fosse stato per il suicidio della Lazio, sarebbe costato molto caro. Anche il quel caso, in un San Siro vestito a festa, gli interisti si preparavano al sorpasso sulla Lazio contro un Sassuolo che non aveva più nulla da chiedere al campionato: Icardi e soci andarono a sbattere contro Consigli e gli squilli di Politano e Berardi. La pressione era troppa, che non hanno retto. La stessa pressione che avrà avvertito il Milan ieri, apparso stanco, svuotato, scarico, dominato anche in superiorità numerica. Ma poco importa, perché il possesso palla non si converte in gol.
VINCERE, ANCHE A COSTO DI ESSERE BRUTTI
Quante volte la stessa Inter ha vinto in questo modo? E si elogiavano le doti di compattezza. Sapete quante delle 22 vittorie della Juventus sono arrivate con un gol di scarto in questo campionato? Ben 10. E la squadra di Allegri non riceve certo complimenti per il calcio espresso e non mi permetto di paragonare il potenziale a disposizione del tecnico livornese con quello di Gattuso. I campionati si vincono con gli 1-0, non con le goleade. Se vince in questo modo la Juventus, perché non può farlo anche il Milan?
QUAL’E’ IL VERO MILAN?
Quando non subisci gol, basta anche un autorete per vincere: così è stato. Ma ben vengano partite come contro Lazio e Sassuolo, che riportano con i piedi per terra, dopo l’euforia di Bergamo: il Milan non è questo, ma forse nemmeno quello scoppiettante di prima, ha i suoi pregi, ma anche diversi limiti. Però, c’è un segnale di allarme: non potrà accadere come in questo periodo che tutto giri per il verso giusto, come contro Lazio e Sassuolo. Pertanto, occorrerà tornare a pedalare forte, recuperare brillantezza: ecco che la sosta tra due settimane arriva al momento giusto.
Intanto, teniamoci stretti i risultati – citando Gattuso – perché sono quelli che alla fine determineranno chi va in Champions e chi rimane a casa.