Genoa-Milan fa ancora discutere. Dopo il rinvio della gara d’andata per il crollo del ponte Morandi, la gara di ritorno in programma lunedì 21 gennaio alle 21 viene spostata alle 15 per motivi di ordine pubblico. Tra le due tifoserie non corre buon sangue, c’è un precedente pericoloso: l’omicidio di Vincenzo Spagnolo, tifoso del Genoa che fu pugnalato da Simone Barbaglia, tifoso del Milan, il 29 gennaio 1995. L’orario pomeridiano in un giorno feriale è proibitivo per tutti gli appassionati e la polemica è stata virale.
Come ricorda il comico e tifoso genoano Luca Bizzarri su Twitter “Giocare di giorno per evitare gli scontri, quando lo stesso Spagnolo fu assassinato il pomeriggio. Dopo venticinque anni di parole siamo allo stesso punto”. Se lo Stato voleva dare un segnale dopo i fatti di Santo Stefano, non lo sta facendo nel modo più opportuno. Il risultato sarà uno stadio semideserto: uno spettacolo desolante.
Il ministro Salvini aveva garantito dopo Inter-Napoli: “Tolleranza zero con i criminali, senza penalizzare i tifosi per bene“. Chi decide (la Lega non era d’accordo) non è stato di parola perché a rimetterci sono proprio – come sempre – i tifosi. Del Milan, del Genoa e tutti gli appassionati che volevano gustarsi una partita di calcio. Lo potranno fare si, ma a costo di un ulteriore sacrificio.