Ha destato enorme scalpore ieri la notizia secondo la quale Marco Fassone, nel corso della sua esperienza da amministratore delegato del Milan, avrebbe fatto spiare ben quattro giornalisti, considerati “scomodi”. Questa vicenda è anche alla base del contenzioso giudiziario relativo al licenziamento per giusta causa e l’ex dirigente di Via Aldo Rossi si è difeso attraverso il suo legale.
Queste le parole di Francesco Rotondi all’edizione odierna di Repubblica: “L’attività investigativa era nota a tutto il CdA. Quella decisione fu concordata e avallata dal consiglio d’amministrazione per rispondere a una fuga di notizie. Una decisione collettiva, presa di comune accordo. Fu un’attività di indagine difensiva, lecita, normata dalla legge. Il mio assistito ha sempre riportato al cda, tanto che il nome della stessa società di investigazione venne suggerito da qualcun altro“.