Luca Lucci, capo ultras della Curva Sud, esprime le sue opinioni dopo le polemiche nate da un suo abbraccio con il ministro Salvini.
“Per tutti quelli che hanno letto le polemiche che in questi giorni occupano le pagine dei quotidiani nazionali scaturite dalla fotografia che mi ritrae con l’On.le Matteo Salvini, questa è la mia personale replica.
Anzitutto la Curva Sud Milano non ha alcun legame con la politica italiana e non sostiene nè appoggia alcuna ideologia o partito politico. Io personalmente non ho, nè ho mai avuto, alcun rapporto personale con l’On.le Salvini. La fotografia dalla quale sono derivate le polemiche ritrae l’unico momento di contatto durato pochissimi secondi ed assolutamente casuale fra me e l’On.le Salvini in una giornata in cui il Ministro si è intrattenuto con numerosissimi tifosi ma non con me. Chiunque era presente si è reso conto di come chi ha immortalato questo brevissimo contatto abbia studiato a tavolino e atteso il momento per far emergere l’unico istante della giornata utile per un attacco politico, disinteressandosi totalmente di tutto ciò che l’On.le Salvini ha fatto per tutto il resto del tempo trascorso alla festa.
A fronte di questo estemporaneo saluto, l’attacco mediatico scagliato contro di me costituisce l’ennesimo esempio della più consueta strumentalizzazione che nel nostro Paese si verifica con invidiabile costanza quando i protagonisti, anche di episodi privi di alcuna rilevanza pubblica, siano persone che rivestono un ruolo istituzionale o di interesse pubblico. Tanto detto, visto l’attacco mediatico strumentale che sto subendo per ragioni che nulla hanno a che fare con la mia vita, voglio fare chiarezza sul contenuto delle notizie apparse sui quotidiani:
- Ho un solo precedente penale, per lesioni personali commesso nel febbraio del 2009 ai danni del sig. Virgilio Motta durante il derby Inter-Milan. Sono pienamente consapevole della mia responsabilità per questo, e riconosco l’errore commesso. Ho espiato la mia pena, , estinta nel 2015 per il positivo comportamento tenuto, così come ho integralmente risarcito il danno alla parte civile. Per quanto concerne la tragica morte del sig. Virgilio Motta avvenuta nel 2012 più volte richiamata negli articoli di stampa quasi a voler lasciare intendere un collegamento con il fatto che mi ha visto coinvolto, non posso che richiamarmi alle parole dei familiari del sig. Motta che hanno in più occasioni escluso questa forma di collegamento.
- Nel mese di luglio 2018 ho concordato la pena di anni 1 mesi 6 per il reato di acquisto di droga leggera. Per quanto riguarda questo fatto non ho mai ammesso la mia responsabilità, nè ho subito una vera sentenza di condanna a seguito di un processo, ma ho semplicemente fatto una scelta processuale, quella di “patteggiare” prima del processo, per ragioni di cui non ritengo di dover dare conto. Ma sono consapevole che la mia posizione di responsabile di una curva mi espone costantemente a conseguenze assolutamente gravose e ad un’attenzione mediatica spropositata che ovviamente si ripercuote processualmente. Basti pensare che la persona raffigurata nel video che compare su tutti i giornali e tv non sono io, il video è tratto dagli atti del mio processo ma riguarda altre vicende, basterebbe leggere con attenzione gli atti di cui evidentemente i giornalisti sono in possesso per accorgersene, ma ciò nonostante dopo diversi mesi i media continuano a voler far credere che si tratti di me.
- In alcuni articoli ho letto che nel 2006 la mia auto sarebbe stata usata per un omicidio: la notizia è falsa, sulla vicenda ho appreso informandomi che nella sentenza che riguarda l’omicidio si stabilisce che il responsabile del delitto ha usato una macchina rubata. La notizia è già apparsa anni fa e ho già querelato i giornalisti che l’hanno pubblicata: un Giudice ha rinviato a giudizio un giornalista per diffamazione pluriaggravata, un altro giornalista ha rimosso il pezzo da internet riconoscendo che si trattava di un errore oggettivo.
Detto questo invito tutti a non coinvolgermi in polemiche che non mi riguardano, sono consapevole di come (non) funzionano in questo paese le strumentalizzazioni giornalistiche, so che il mio ruolo di responsabile di una curva mi espone quotidianamente a rischi pur non facendo nella di male e auspico, visto che gli errori che ho fatto li ho ammessi e li ho pagati, di non trovarmi in futuro ingiustamente preso di mira soltanto per accontentare l’opinione pubblica alla quale sono stato proposto dai media come un esempio negativo soltanto per attacchi politici che, ribadisco, non mi riguardano”.