È tornato a parlare, Marco Fassone. L’ex Amministratore Delegato del Milan, in carica nel turbolento anno e mezzo cinese, si è concesso ai colleghi de Il Sole24Ore, raccontando aspetti e considerazioni personali del suo periodo rossonero, non tralasciando qualche interessante retroscena.
Il rosso di 126 milioni
“Sotto la mia gestione il Milan ha incrementato i ricavi di 20 milioni, aumentando anche il margine di 50. Tale passivo comprende 45 milioni di componenti straordinarie, spesate da Elliot, su cui hanno pesato, ad esempio, le svalutazioni pesanti, di 22 milioni, di giocatori come Bacca e Kalinic. Senza questi 45 milioni, avrebbe chiuso con un buco da 80 milioni, rispettando ed anzi migliorando la previsione iniziale del business plan”.
Troppo ottimismo
“Troppo ottimismo nel redigere tale pianificazione finanziaria? Si, quello che ci è mancato – e quello su cui Yonghong Li puntava molto, erano le entrate dal mercato cinese, che sono mancate praticamente in toto: la Cina ha dato zero. Il fattore positivo, invece, sono state le plusvalenze della campagna estiva dello scorso anno, con i 35 milioni ricavati dalle cessioni di Niang e Lapadula”.
Default di Li
“Il CdA aveva previsto che, in caso di mancati introiti da parte del mercato cinese, sarebbe stato Li a dover aumentare il capitale per i 120 milioni necessari. Dopo averne versati 88, e continuando a mancare entrate asiatiche, Yonghong avrebbe dovuto metterne solamente 32. A quel punto, però, è subentrata Elliot e lui ha preferito andare in default. Ha sorpreso anche me. I soldi erano i suoi? Ignoro da dove siano arrivati i soldi dell’operazione ma, onestamente, la presenza di advisor molto importanti all’interno dell’affare con Fininvest mi hanno convinto a non dubitare”.
La UEFA
“L’esclusione dall’Europa League è un verdetto che è stato poi ribaltato dal TAS di Losanna, che ha definito accurate e raggiungibili le previsioni del business plan e definendo corretta la gestione finanziaria del club”.
Ronaldo
“Mr Li voleva Cristiano perché lo riteneva prospetto di grande forza sul mercato cinese. Lui voleva andar via da Madrid. Ci siamo visti con il suo procuratore Mendes nel luglio 2017, per verificare costi e fattibilità dell’operazione. Che, a mio avviso, non era economicamente sostenibile, convinsi Yonghong a lasciar perdere il sogno”.
Buonuscita
“Non voglio commentare le cifre, ma avanzo le mie ragioni. Ero AD e DG del Milan, se avessi accettato quanto proposto dal Milan, sapendo che gli accordi erano altri, avrei dato l’impressione di aver qualcosa da nascondere. Deciderà un giudice”.
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