Dopo un periodo difficile, in cui il Milan faceva fatica a vincere, ha raccolto solo te punti in tre partite e veniva punito al minimo errore, la squadra ha trovato tre vittorie consecutive e ha intrapreso un’andatura positiva. Come sempre succede in Italia, i risultati cambiano, in positivo o in negativo, il giudizio su una squadra e sul suo allenatore e, da traballante, la panchina di Gennaro Gattuso è tornata ad essere al sicuro. Nella giornata di oggi, inoltre, è arrivata l’ennesima investitura importante e attestato di stima e fiducia al tecnico rossonero da parte della dirigenza rossonera. A pronunciarsi su Gattuso è stato il Direttore Strategico Sviluppo Area Sport del Milan, Paolo Maldini che, ospite sul palco del “Festival dello Sport”, ad una domanda sull’allenatore rossonero, ha così dichiarato: “Da Coppa o da campionato? Vediamo….ma lui ha un grande senso di appartenenza che è quello che io e Leonardo vogliamo trasferire al Milan. L’immagine di Rino sta cambiando, prima era solo grinta, ora si vede una grande preparazione tecnico-tattica. Per questo ha tutta la nostra fiducia anche perché ha un’altra grande dote: sa ascoltare”.
Parole importanti, parole di stima che non sembrano affatto le classiche frasi fatte o di circostanza. Il nuovo Milan targato Elliott ha rivoluzionato completamente il suo assetto manageriale e societario, tagliando nettamente con il passato, ma ha voluto dare un seguito al lavoro svolto da Gattuso nella passata stagione, rinforzando la squadra di alcuni importanti elementi, ma non stravolgendo un gruppo già conosciuto e plasmato dal tecnico milanista nella seconda parte della stagione scorsa. Una seconda parte di stagione che aveva già fatto intravedere delle ottime cose, con una squadra capace di arrivare tra le prime tre in un’ipotetica classifica del girone di ritorno e tra le prime quattro se si fa cominciare il campionato da quando Gattuso si è seduto sulla panchina rossonera. Un Milan che da gennaio a marzo della passata stagione aveva anche cominciato a giocare bene e a proporre, a volte imporre, il proprio gioco e la sua manovra su tutti i campi. Progetto tecnico-tattico che sta avendo un seguito anche in questa prima parte di stagione, con una squadra che cerca sempre di giocare a calcio, ha una sua identità ben precisa e riconoscibile e, anche se non sempre sono arrivati i risultati, ha quasi sempre convinto opinionisti e addetti ai lavori.
Senso di appartenenza, grinta e cattiveria agonistica, certo, ma Gattuso si sta dimostrando anche un allenatore che riesce a dare un’identità alla sua squadra, a far recitare uno spartito ben preciso a tutti i suoi interpreti, senza dimenticare di chiedere e pretendere l’anima in campo. Ci sono ancora tante cose da migliorare e il derby di domenica prossima sarà un crocevia fondamentale della stagione rossonera, ma l’ex grande campione rossonero si sta meritando quella panchina e sta dimostrando a tutti di non meritare affatto tutte le critiche che gli sono piovute addosso dopo i tre deludenti pareggi consecutivi contro Cagliari, Atalanta ed Empoli. Certo è che anche il suo futuro dipenderà dai risultati e la sagoma di Antonio Conte, finché sarà libero e senza squadra, sarà sempre ingombrante e dietro l’angolo, ma Gattuso ha le spalle larghe e continuerà a fare la cosa che gli riesce meglio: lavorare sodo per imparare e migliorare, cercando di trasferire ai sui giocatori quel senso di appartenenza così caro a Leonardo e Maldini e da cui il Milan non può proprio più prescindere e da cui si deve ripartire per cercare di ricostruire un futuro vincente, un futuro da Milan. Con o senza Gattuso lo scopriremo nei prossimi mesi.